La mia banca è differente, recitava un celebre spot televisivo, ma a quanto pare quando si tratta di risarcire i propri correntisti dopo un torto subito, sono tanti gli istituti di credito restii a procedere in tempi ragionevoli. La storia emblematica, purtroppo comune è quella di un imprenditore di Grottaglie, oggi 75enne, e della sua banca fin dal 1983.

Il Tribunale a cui si rivolge l’uomo per vedere rispettati i propri diritti a gennaio scorso ha condannato la banca a un risarcimento complessivo di 55mila euro, comprensivo persino del riconoscimento di un maggior danno di circa 8mila euro. Tra le anomalie contestate al Monte dei Paschi di Siena ci sono le commissioni di massimo scoperto, i giorni di valuta, l’anatocismo, gli interessi ultra legali e quelli extra fido in assenza di pattuizione.

L’imprenditore, un ex venditore di auto, che ha chiuso la sua attività anche per quanto gli è capitato, pensa finalmente di poter tirare un sospiro di sollievo, ma a questo punto arriva la sorpresa. La banca non risponde alla richiesta di eseguire la sentenza e neppure lo fa quando gli viene notificato l’atto di precetto. Una risposta arriva nel momento in cui si trova davanti al pignoramento mobiliare. In sostanza l’imprenditore dice: mi vengo a prendere l’assegno dal Centro Regionale, con sede a Bari, in via Niccolò dell’Arca.

Monte dei Paschi ha un sussulto, che al contrario di quanto si possa pensare non è quello di provvedere al risarcimento. Monte dei Paschi decide di complicare ulteriormente la vita del suo ex correntista. In parole povere, la risposta è: perfetto, i soldi li avrai, ma dovrai rivolgerti all’Ufficiale giudiziario e quindi seguire tutta la procedura prevista, dovendo aspettare chissà quanto e dovendo pagare altri avvocati.

“Si tratta di un comportamento disdicevole – commenta Vincenzo Laudadidio, vice presidente Adusbef Puglia -. Quando si tratta di riscuotere, anche solo un euro dai correntisti per il rientro da un fido o qualsiasi altro pagamento in conto corrente, propongono tempi di ore o al massimo di pochi giorni, ma se si tratta di dover risarcire in presenza della sentenza di un Tribunale, attuano tattiche che, seppur legittime sono dilatorie. Adesso l’imprenditore dovrà aspettare i tempi della giustizia esecutiva oltre i cinque anni di attesa per avere riscontro da quella di merito”.