di paola

Non ha sbraitato neppure quando avrebbe potuto, nel momento dei guai giudiziari a detta di molti costruiti a tavolino nel bel mezzo della campagna elettorale. Una competizione in cui è stato mandato alla sbaraglio dal disunito centrodestra, consegnando di fatto la vittoria ad Antonio Decaro.

Non ha alzato i toni durante il mandato da consigliere comunale. Mai una parola fuori posto, ma quando c’era da essere perentorio non si è tirato indietro. Ho provato in più occasioni a fargli sbottonare il doppiopetto, ma nel suo caso la forma è sostanza.

Come annunciato ieri, l’ingegner Mimmo Di Paola si è dimesso dal ruolo di consigliere comunale e già in tanti lo vorrebbero al loro fianco. Non sappiamo se avrà voglia ed entusiasmo per riproporsi, ma la sua professionalità non guasterebbe alla città, indipendentemente dal voto personale. Mimmo Di Paola si è confermato persona per bene.

Ha lasciato prima che il Sindaco affidasse il titolo sportivo del nuovo Bari. Lui, insieme ad altri sette imprenditori baresi, infatti, correva per ridare alla città la dignità calcistica mandata alle ortiche dalla dissennata gestione Giancaspro, avvenuta sotto gli occhi dell’addormentata amministrazione comunale. Sindaco e assessore allo Sport, infatti, non hanno mai voluto ascoltare gli avvertimenti fatti dallo stesso ingegnere soprattutto quando il resto della città stendeva tappeti rossi al faccendiere di Molfetta.

Una scelta di campo, per non lasciare ombre, un po’ come successe all’ex amministratore di Aeroporti di Puglia ai tempi in cui decise di sostenere il teatro Petruzzelli. All’epoca lasciò gli 800mila euro donati all’ente nonostante le dimissioni dal consiglio di amministrazione. Gentiluomo e corretto. Mimmo Di Paola non si smentisce.