“La sentenza va riformata perché errata in diritto e anche in fatto, riportando presuntivamente circostanze inesistenti”. L’Anas non si arrende alla decisione del Tribunale Amministrativo della Puglia e porta il Comune di Palo del Colle e il sindaco Domenico Conte davanti al Consiglio di Stato.

Vi avevamo riportato nei mesi scorsi la denuncia del sindaco circa il ricatto che a suo parere l’Anas stava perpetrando ai danni dei cittadini di Palo e l’interessamento alla vicenda del Movimento 5 Stelle, che aveva portato gli stessi grillini a interrogare anche il Parlamento. Pomo della discordia, come è noto, l’utilizzo di 50mila chili di materiale esplosivo, 40 chilometri di micce e 5mila detonatori per i lavori di ammodernamento della Strada Statale 96.

In sostanza, dicono dall’Anas, il progetto, da contratto, prevede l’opzione di utilizzo di materiale esplosivo per eseguire parte degli scavi. Un progetto che, sottolineano dall’impresa, ha già superato tutti i pareri ambientali e paesaggistici del caso. L’iter burocratico però prevede che l’Autorità Locale di Pubblica Sicurezza, in questo caso rappresentato dal sindaco di Palo, rilasci un certificato che ratifichi la quantità e la qualità di esplosivo. E qui la giostra si è fermata. Secondo l’Anas in maniera illegittima.

Non la pensa allo stesso modo il Tar della Puglia, che senza entrare nel merito della faccenda, ha respinto il ricorso per motivi legati alla sua inammissibilità di diritto. L’Anas adesso rilancia e chiede al Consiglio di Stato di analizzare anche la questione di fatto. Non solo. Dall’azienda quantificano il danno derivante dal mancato utilizzo del materiale esplosivo in 400mila euro ed annunciano che presto lo stesso lieviterà toccando la cifra da capogiro di quattro milioni di euro.

L’Anas è convinta che “si sia trasformata una indagine tecnica in una questione politica” e pertanto, oltre a presentare il conto di cui sopra ai cittadini, chiede di nominare un commissario ad acta che sostituisca il sindaco negli adempimenti previsti per il rilascio del certificato e dunque, previo provvedimento cautelare, di accogliere il ricorso e annullare i provvedimenti impugnati. La palla passa dunque al Consiglio di Stato.