Insulti razzisti anche nei palazzetti e non solo negli stadi. L’episodio sarebbe accaduto giovedì scorso durante la partita tra il Cus Bari e la Virtus Catanzaro per il campionato Under 18. Un’accusa di razzismo da parte della società calabrese contro i baresi che non perdono tempo a difendersi: “Adesso basta! Serve responsabilità e buonsenso e non propaganda e falsità”. Secondo quanto reso noto dalla società di Catanzaro, il ragazzo barese avrebbe detto “zingaro di me..a” nei confronti di Nicola Markovic, giocatore slavo. Frase razzista che secondo la società è stata detta durante le fasi concitate di gioco.

“La Mastria Vending Virtus Under 18 Eccellenza sconfitta a Bari dagli arbitri – scrive la società sulla propria pagina facebook – che consentono a due atleti del Cus di rivolgere a Nicola Markovic, per tutta la gara, gravi insulti razzisti, senza interrompere e sanzionare tale inqualificabile condotta, tanto antisportiva che incivile. Praticamente, i due campioncini baresi anziché marcare la forte ala giallorossa con tecnica ed agonismo, hanno adottato la scelta dell’insulto razzista in continuo”.

“L’apice i direttori di gara – prosegue il post – l’hanno toccato allorquando hanno prima sanzionato Markovic con un fallo tecnico, per poi espellerlo, reo per aver protestato contro la condotta razzista dei giovani eroi biancorossi. In pratica al danno si è aggiunta la beffa. Ma non finisce qui la farsa, inquanto, a fine gara, uno degli eroi-cestisti ha confessato pubblicamente gli insulti rivolti a Markovic, incalzato dal nostro staff tecnico che gli ha contestato la vile condotta”.

“Per solidarietà a Nicola dopo l’espulsione, ancorché mancassero 40’’, i compagni hanno smesso di giocare, così mettendo in risalto la gravità dell’accaduto e la pari deprecabile condotta degli arbitri baresi. Probabilmente, i risultati sportivi maturati sul campo da questa Virtus, forse non previsti, sta dando fastidio a chi aveva configurato,in questo girone,una diversa griglia d’accesso alla fase successiva del campionato Under 18 di Eccellenza. Di sicuro – conclude la Virtus – quanto accaduto giovedì scorso al Pala Cus di Bari è stato una vergogna”.

La replica del Cus Bari non si è fatta attendere: “Prendiamo atto, del comunicato della Virtus Catanzaro, ma i precisiamo – spiega Donato Ravelli responsabile sezione basket del Centro Universitario Sportivo barese– che l’episodio a cui il comunicato fa riferimento è avvenuto a pochi secondi dalla fine della partita e non durante tutto lo svolgimento della stessa. Al momento dell’accaduto il giocatore responsabile dell’offesa è stato fatto uscire immediatamente dal campo, richiamato dal nostro staff tecnico, e successivamente sospeso dalle attività agonistiche dalla nostra società”.

“L’offesa deprecabile e ingiustificabile – prosegue Ravelli – è stata una risposta sbagliatissima alle provocazioni e minacce di tesserati della Virtus Catanzaro, già innervositi per l’epilogo della gara che volgeva al termine. Alcuni tesserati del Catanzaro, inoltre, sostavano al termine della gara nel tunnel degli spogliatoi per cercare il contatto con nostri atleti assolutamente estranei a tutto l’accaduto. Solo l’intervento dello staff biancorosso permetteva che i ragazzi raggiungessero gli spogliatoi”.

“Il Centro Universitario Sportivo prende le distanze da ogni forma di razzismo, ricordando – aggiunge – che nella struttura convivono fraternamente atleti di differenti nazionalità, culture e religioni. Riteniamo esagerati i continui interventi mediatici, e addirittura politici con interminabili indignazioni on line, e sugli organi di informazione. Ci chiediamo se tutti questi continui ed esasperati attacchi siano davvero necessari ai fini della crescita e dell’ammonimento già avvenuto dell’atleta o siano solo abili strategie mediatiche e politiche per distrarre l’attenzione, dalla mera attività sportiva”.

“Le tecniche di manipolazione psicologica sociale purtroppo sono assai diffuse, e siamo dispiaciuti che vengano attuate in un’ambiente sportivo come il nostro, in cui non è mai esistita ribadisco, alcuna forma di razzismo.Ci scusiamo ancora una volta per l’accaduto, –conclude Ravelli– che non fa onore all’atleta rappresentante sportivo della nostra società sul parquet che ci ha ospitati, ma l’invito è a non esasperare una situazione con interventi politici, che con lo sport non hanno nulla a che fare. Invitiamo quindi tutti al buon senso e alla responsabilità”.