Da quando si è formato il nuovo gruppo Azione si avvicendano non pochi malumori e arie di sfiducia tra i banchi del Consiglio Regionale pugliese, una situazione difficile comprovata oggi, 15 febbraio, dalle dichiarazioni del presidente Michele Emiliano all’avvio dei lavori in aula. “Se i consiglieri di Azione non si alzano e non si siedono tra i banchi dell’opposizione io non metterò più piede in questa Aula”, il governatore ha iniziato così il suo intervento avanzando una mozione d’ordine in cui ha inoltre chiesto pubblicamente al consigliere Sergio Clemente, transitato da qualche settimana in Azione, di dimettersi dall’incarico di componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, ruolo riconosciuto dallo Statuto alla maggioranza.

Azione è la nuova cerchia consiliare formata da Clemente, Fabiano Amati e Ruggiero Mennea; il gruppo ha chiesto di uscire circa due mesi fa dalla maggioranza e di non far parte della coalizione di centrosinistra che appoggia Emiliano. Il presidente della Regione, vista l’assenza di Clemente in consiglio per la seduta odierna ha proposto alla presidente Loredana Capone di interrompere i lavori e rinviarli fino a quando il consigliere non si sarà dimesso dal ruolo di segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio. La mozione di Emiliano è stata approvata con 28 voti a favore su 45 presenti, un astenuto e 18 contrari. Il Consiglio è stato così rinviato.

La replica in aula del consigliere Amati

“Dal punto di vista ordinamentale, l’Ufficio di Presidenza, quindi le Istituzioni, la rappresentanza, la Costituzione della Repubblica italiana, è un ufficio imparziale, non è soggetto a queste questioni. Se fosse soggetto, ne determinerebbero gravi motivi per cui si potrebbe sfiduciare ogni componente”. Immediata la replica in aula di Fabiano Amati, consigliere regionale e commissario di Azione.

“Presidente, io mi siederò pure a terra qualora si esaminino le leggi sulle liste d’attesa, sulla pianificazione urbanistica, un po’ di leggi che servono a questa Regione, che sono utili a questa Regione e che magari si facessero. Non è – ha continuato – una questione di posizionamento o di allocazione che fa la sostanza della politica. Solo nei giochi di società o nei giochi di potere è il posizionamento che fa l’Amministrazione pubblica o la politica, ma io mi sono già dimesso dai giochi di potere anni fa, perché, non so se ha notato, noi fondiamo tutto sugli argomenti di merito, non ci sentirà mai parlare dei giochi di potere, prendiamo tre dalla destra, prendiamo i 5 Stelle, li portiamo qua e allora tutto va bene”.

A dire di Amati, “qui, la questione è che c’è un Ufficio di Presidenza che nel momento in cui lo eleggi è inamovibile ai sensi della nostra Costituzione. Per cui, cari colleghi, l’Ufficio di Presidenza è quello. Se il collega Clemente vorrà, nell’ambito della sua potestà, dimettersi, sarà un problema del collega Clemente, ma voi non potete organizzare tutto questo”.

Centrodestra: “Consiglio paralizzato da un braccio di ferro fra Emiliano e Amati”

I consiglieri regionali dei gruppi di centrodestra Fratelli d’Italia, Forza Italia, La Puglia Domani e Lega non hanno di certo perso l’occasione per commentare la sospensione della seduta consiliare. “Un regolamento di conti fra Emiliano e Amati, tutto interno al centrosinistra, ha paralizzato oggi i lavori del Consiglio regionale, rinviato per l’ennesima volta senza alcun risultato per i pugliesi – hanno spiegato in una nota -. Il presidente ha parlato di rispetto, di rappresentanza, di dignità. Tutte parole, contraddette dai fatti: si bloccano i lavori per un puntiglio, per un braccio di ferro, ma soprattutto un gioco di poltrone”.

I rappresentanti dell’opposizione hanno poi spiegato: “Emiliano ha detto in aula che fino a quando non viene ristabilito un equilibrio politico all’interno dell’Ufficio di Presidenza il Consiglio non si farà. Tradotto: è il padrone della massima assise regionale. Abbiamo una notizia per il presidente della Giunta: un’istituzione rappresenta la comunità ed è cosa pubblica, non è il condominio di nessuno. Siamo sbigottiti dinanzi a tale e tanta tracotanza di chi pensa di comandare anziché governare. L’ennesima brutta pagina politica a firma di Emiliano ed è bene ricordargli, ancora una volta, che la Regione e il Consiglio regionale esigono rispetto”.

Pd: “Clemente è membro dell’opposizione, ci vuole coerenza”

Del parere opposto la coalizione di centrosinistra che ha sottolineato come “il funzionamento dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale” non sia “un gioco”. “Serve – si legge in un comunicato del Partito democratico – che, nel rispetto dello statuto, si ristabilisca il naturale equilibrio tra maggioranza e opposizione e allo stesso tempo è necessario che si agisca con coerenza”. “Il consigliere Sergio Clemente è, da oggi a tutti gli effetti, un membro dell’opposizione e per questo motivo le sue dimissioni dovrebbero essere consequenziali – prosegue la nota -. Bene ha fatto il presidente Emiliano a sollevare una questione delicata e fondamentale per il funzionamento stesso del consiglio regionale”.

“In politica – ha chiosato il presidente del gruppo Pd Filippo Caracciolo – quello che serve è la coerenza, non l’opportunismo. Il consigliere Clemente rappresenta un gruppo, quello di Azione, in aperto contrasto con quelle che sono le politiche della maggioranza, e la sua permanenza in un ruolo così delicato rappresenta una violazione dello Statuto regionale. Chi parla di briganti o politica della malavita dovrebbe riflettere innanzitutto su questo”.