A dare della tr*** alla Melini sarebbe stata una donna. Lo avevamo ipotizzato e per questo siamo stati ricoperti di insulti. Ieri, però, lo hanno detto ‘Le Iene’ in prima serata su Italia 1 e allora il discorso cambia. La faccia sconvolta della consigliera offesa nel momento in cui l’inviato le ha mostrato la grafia dei colleghi, fa pensare che sappia addirittura chi sia stato ad apostrofarla in quel modo.

Ma torniamo alla teoria della vigliacca. La grafologa interpellata dalla trasmissione, pur lasciandosi aperta la possibilità di un minimo dubbio, dice che a scrivere Irma la tr*** è stata una donna. A parte la stessa consigliera, al momento del voto ne erano presenti solo altre tre: Anita Maurodinoia, Francesca Contursi ed Alessandra Anaclerio. Quest’ultima ha ribadito ulteriormente la sua innocenza e fatto la sua invettiva social. La grafologa, però, individua due calligrafie in particolare.

Fosse stata davvero una donna, come qualcuno aveva pure ipotizzato, si pongono diverse questioni. La prima è il crollo del castello sessista che si era costruito attorno all’offesa, con l’organizzazione di convegni, solidarietà pubbliche, manifestazioni per tentare di isolare quel maledetto maschiaccio maschilista. Per la verità un tentativo blando, perché se solo il Consiglio comunale avesse voluto andare fino in fondo, il colpevole sarebbe già noto. Il sospetto che si voglia coprirlo è forte.

Un altro aspetto non trascurabile di questa vicenda, sulla quale sembra si voglia perdere tempo per nascondere la verità vera, è quello politico. Le uniche tre donne votanti appoggiano il Sindaco e la sua maggioranza, probabilmente convinti, fosse vera la teoria della quota rosa, di dover andare a casa. L’insulto, come dicevamo, perderebbe la connotazione sessista e assumerebbe quello del becero attacco personale, dettato dalla frustrazione o peggio ancora di natura politica.

In un caso o nell’altro, l’oltraggio all’Aula, ai consiglieri tirati in ballo ingiustamente e a tutti i baresi sarebbe di una gravità assoluta. Imperdonabile. Alla consigliera Melini, convinta che il nostro dare spazio alle voci fuori dal coro sia un attacco alla sua persona, invece, diciamo che non è da noi che deve guardarsi le spalle, ma da chi evidentemente come un moderno Giuda l’ha abbracciata forte forte in segno di solidarietà.

In considerazione della codardia conclamata del consigliere vigliacco, chi sa non può più tacere. Sia scritta la parola fine su questa messa in scena e si torni a votare. Bari ed i baresi meritano rispetto e attenzione ai problemi reali.