Intorno alle 21.30 l’uomo si trovava nella piazza di Cervia quando si sarebbe scagliato verbalmente contro alcuni ragazzini che si intrattenevano nei paraggi. Invitato alla calma da un adulto presente alla scena, ha estratto un machete di circa 40 centimetri dalla borsa colpendo oggetti in pietra lì presenti e seguendo a brandirla minacciosamente contro i presenti che hanno preferito allontanarsi e chiamare le forze dell’ordine.

Il barese era ubriaco ed è stato tratto in arresto con l’accusa di violenza privata e danneggiamenti aggravati dall’uso di un’arma. Il senza fissa dimora non sarebbe però nuovo a questo genere di accadimenti. Oltre a precedenti per guida in stato di ebbrezza, porto abusivi d’armi e minaccia, lo scorso aprile è stato denunciato in seguito ad un episodio simile accaduto ancora una volta in pieno centro con l’unica variante dell’arma utilizzata che quella volta era stata un’ascia. D’avanti al giudice si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e attraverso il suo avvocato avrebbe patteggiato un anno di reclusione.

L’episodio torna di grande attualità proprio in questi giorni in cui si discute della strage di Milano per mano di Mada Kabobo, immigrato illegale 31enne, che, colto da follia omicida, ha infierito armato di piccone contro numerosi passanti uccidendone due. L’attenzione mediatica è stata portata sullo status di immigrato clandestino del Kabobo che, da alcuni frame di cattiva qualità derivati da registrazioni della polizia, parrebbe risultare anche a Bari durante gli scontri del 2011 che opposero le forze dell’ordine agli insorti immigrati del Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo esasperati dalle condizioni di disagio ed estrema emarginazione in cui vivevano da tempo.

Alla luce dell’ episodio ravennate sin troppo simile, ad opera di un barese questa volta, probabilmente sarebbe più utile rinsavire da sterili derive populistiche e razziste cavalcate in mancanza di risposte concrete da parte delle autorità e rilevare invece quelle che possano essere le reali ed umane ragioni che hanno accomunato le azioni folli dei due uomini da rivedersi certamente e prima di tutto in un disagio e in uno stato di emarginazione sociale.

16/05/13

Bruna Giorgio