In teoria ha tutto perché gli utenti del servizio di trasporto pubblico possano sentirsi a proprio agio: panchina, tetto con filtro per il sole e vetri tutt’intorno per proteggere chi aspetta l’autobus da vento e intemperie. Partiamo proprio dai vetri: quelli della fermata “di fronte al civico 44” sono distrutti, letteralmente, se non addirittura mancanti. Inutile sottolineare le difficoltà di una madre, mettiamo, che voglia aspettare l’autobus con un figlio piccolo e in braccio un neonato e che porti con sé una borsa. Sedersi sarebbe impossibile anche solo per paura che uno dei due bimbi possa ferirsi con i vetri esposti. Restare in piedi? Tanti saluti alla schiena della mamma…

E se ad aspettare l’autobus fosse un bambino da solo? O un gruppo di ragazzi scalmanati che potrebbero impattare nel vetro lasciato penzoloni dalla cornice?

Se alcuni vetri sono rotti, altri, come dicevamo, mancano proprio mentre i “superstiti” sono istoriati e coperti da qualsiasi tipo di adesivo.  Il tetto? Regge, ma negli interstizi ci stanno crescendo le piante.

Ok, non è il caso di addossare troppe responsabilità all’azienda che si occupa del trasporto urbano, né tantomeno al Comune, perchè se c’è qualche eroe che decide di distruggere le vetrate non è colpa loro, così come non è colpa loro se i vetri se li fregano o vengono considerati come muri su cui affiggere qualsiasi cosa. Un attimo di attenzione in più per quanto riguarda la manutenzione delle fermate, però, non guasterebbe, vedasi piante che crescono sul tetto.

Allora mi rivolgo a te, presunto condottiero della lotta contro il Sistema che si è fregiato di avere distrutto a calci(?) i vetri della fermata in questione:  sappi che non è il Sistema ad essere sbagliato, sei tu.

14 marzo 2013

Angelo Fischetti