La vertenza dei Lavoratori della Transcom si aggiorna quotidianamente di vergognose novità. L’azienda ha comunicato che a partire dal primo ottobre le attività della commessa privata cessano a Bari e proseguono a Lecce. Risultato: i lavoratori che non hanno accettato il trasferimento a Lecce, da tale data sono sospesi dal lavoro oppure collocati in ferie forzate.

“Lo stile svedese – si legge in una nota del sindacato Usb – ignora che i Lavoratori sostenuti dalla USB hanno avviato un ricorso al Tribunale del Lavoro e che il giudice nelle more della prima udienza, fissata dapprima per il 2 Ottobre e poi rinviata a Novembre, ha sospeso il trasferimento. La civilissima Transcom, in ogni caso, ha deciso di trasferire l’attività a Lecce”.

“Questa ennesima iniziativa dell’azienda – attacca sempre l’Usb – è sostenuta nei fatti dalla complicità di Cgil, Cisl e Uil che accettano tutti i diktat aziendali e, cosa ancora più grave, dal silenzio assordante della Regione Puglia che non si degna minimamente di intervenire su una vertenza che coinvolge un gruppo di lavoratori a loro detta esiguo ma, che come in tutte le “piccole” vertenze rappresenta un fatto grave ed allarmante! Ovvero, può un’azienda, pur essendoci tutte le condizioni per svolgere la propria attività nella sede naturale, obbligare i propri dipendenti ad un trasferimento a 150 chilometri di distanza, con una busta paga che oscilla tra gli 800/900 euro mensili?”

“Il settore dei call center coinvolge alcune migliaia di Lavoratori, nella stragrande maggioranza giovani; ignorare questo settore di lavoro, continuando solo ed esclusivamente ad elargire varie forme di finanziamenti pubblici senza chiedere in cambio alcuna iniziativa da parte delle aziende finalizzata al superamento della precarietà lavorativa ed economica è un silenzio dannoso”.

Per queste ragioni l’Unione Sindacale di Base continuerà a sostenere la richiesta di un intervento della Regione e saranno in presidio dinanzi alla sede aziendale, a Modugno, giovedì 5 e venerdì 6 ottobre.