Oggi, giovedì 23 novembre, prosegue con un doppio appuntamento la nona edizione del Bari International Gender Festival, diretto da Miki Gorizia e Tita Tummillo, promosso e organizzato dalla Cooperativa sociale AL.I.C.E. (Area Arti Espressive). Si parte alle 15nell’Aula Magna di Palazzo Ateneo a Bari (via Crisanzio, 1) con il consueto appuntamento de «I Dialoghi sul BIG», un prezioso spazio di approfondimento a cura di Claudia Attimonelli (sociosemiologa all’Università degli Studi di Bari, Archivio di Genere), in collaborazione con l’Archivio di Genere Carla Lonzi, il dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione e il Corso di Scienze della Comunicazione (Uniba).

«Gender before and after science: corpo, moda e tec(h)nologia» è il tema dei «Dialoghi» di quest’anno, in cui si discuterà del sogno come dimensione della realtà, in relazione alle questioni di genere: ragazze, donne e persone LGBTQIA+ possono trasformare il paesaggio della scienza, della tecnologia e dell’arte. Il tema del talk, infatti, è esplorare ambiti legati alle STEaM (Science, Technology, Engineering, ART, Mathematics) che investono corpografie, stili vestimentari, linguaggi artistici transmediali e tec(h)nologia: luoghi di affermazione, riappropriazione e sperimentazione, attraverso pratiche e sogni transfemministi e intersezionali.

Dopo l’apertura dei lavori, a cura di Claudia Attimonelli e di Miki Gorizia, interverranno Milovan Farronato (critico d’arte e curatore), Carla Petrocelli (storica della scienza), Patrizia Calefato (sociologa), Alessandro Taurino (psicologo clinico), Paola Zaccaria (Archivio di Genere), Aendör Studio (genderless fashion label), Micaela Paparella (consigliera del Comune di Bari) e il corpo studentesco di Scienze della Comunicazione (Fabiana De Benedictis, Gabriele Forte, Marta Paladino e i tirocinanti del progetto formativo Scienze della Comunicazione – BIG).

Alle 21 al Teatro Kismet di Bari andrà poi in scena, in anteprima nazionale per il BIG, la performance teatrale «Farewell» di e con Gianmaria Borzillo. Lo spettacolo è un solo studio del danzatore, performer e autore campano, un luogo di ascolto e azione, di scoperta e di inizio, punto di solitudine ed euforia. È uno spazio queer, sghembo, un microcosmo creato per e dalla musica di Julius Eastman, in cui strati multipli fluiscono e defluiscono con il passare del tempo, tra passaggi e transizioni, in un accumulo che provoca stordimento, frustrazione e grazia.

«Farewell» è una graduale conoscenza dell’altro come scoperta radicale del sé, in cui si palesano intimità e morte, AIDS e malattia, trasfigurazione e gioia dell’erotico, memoria, finzione e reale, la solitudine e la sua scomparsa. La scena vive e si popola lentamente grazie alla composizione di Eastman, che ne regola le leggi e al tempo stesso regala libertà di esplorazione e costruzione.

Gianmaria Borzillo (Sorrento, 1995), danzatore, performer e autore, si diploma alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e studia con Ariella Vidach, Biagio Caravano, Enzo Cosimi, Annamaria Ajmone, Cristina Rizzo, Maria Consagra, Ida Kuniaki. Agli studi accompagna esperienze formative e laboratoriali con Erna Ómarsdóttir & Valdimar Jóhannsson, Virgilio Sieni, Leonardi Lidi, Dante Antonelli, Collettivo Cinetico e Anagoor. Performer in Augusto e Save the last dance for me di Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla carriera della Biennale Danza 2019, coreografo e interprete della performance Rapture per il festival Rural Dimensions, ha vinto con il suo primo lavoro autoriale Under the influence la menzione speciale al bando registi under 30 della Biennale di Venezia 2020 e una menzione speciale della giuria del Premio Leo De Berardinis – Teatro di Napoli.

Durante la serata sarà disponibile lo spazio editoria queer a cura di Spine Bookstore. Biglietti su dice.fm o al botteghino (pagamento in contanti). Info e dettagli su bigff.it.