Ma devo annotare con tristezza che, in cento anni, la figura di questa donna è rimasta veramente e inspiegabilmente troppo di sfondo rispetto a quella del marito. Eppure è nelle sale del museo, spesso fa capolino tra le grandi tele e le piccole tavole. E’ certo che ha accettato un ruolo subalterno, se il suo progetto era di esaltare l’opera del suo compagno. Ma questo non giustifica la disattenzione verso la sua figura, a volte persino la superficialità con cui viene tratteggiata la sua personalità – da altre signore, oltretutto.

Per esempio, nel catalogo dell’esposizione del 2004 a Mozzecane, ‘De Nittis A Léontine’ , compaiono due profili in contraddizione sulla donna, uno dei quali, per vari errori di traduzione del documento di matrimonio, riporta presente alla cerimonia la madre (deceduta da anni), ipotizzando non so quale fragilità psichica che avrebbe indotto madame ad asserire che era già morta. In altri contributi di questi anni prendono nuovo vigore vecchie affermazioni di Degas e altri, riprese per presentare la figura di una sorta di donna manager che sa trarre profitto dall’attività del marito, cosa assai improbabile per quel tempo e… per il carattere del De Nittis. Se si leggono poi le interviste in cui i curatori delle esposizioni giustificano l’inserimento di nuove tavole firmate De Nittis tra i capolavori di Barletta, si dove desumere (infatti gli intervistati non rilasciano esplicite dichiarazioni) che la vedova avesse venduto un vero tesoro,… benché sia invece documentato che negli ultimi anni faceva molte economie.

Persino la fisionomia di M.me De Nittis non è ben conosciuta. Opere che decenni anni addietro venivano presentate come ritratti della signora, oggi vengono presentate come generiche figure femminili. In tavole in cui potrebbe facilmente essere identificata, passa inosservata. Al contrario, dove è ritratta tutt’altra fisionomia, si vuol vedere il suo ritratto. Emblematico, per me, è il caso della tela intitolata Controluce, conservata alla Pinacoteca Provinciale di Bari, che ritrae la moglie del pittore impressionista Pissarro e invece passa per M.me De Nittis. Viene da chiedersi se siano fisionomisti (e non lo sono) e se si vogliano impegnare a ricostruire mentalmente il tipo fisico di questa signora attraverso l’osservazione dei ritratti già noti. Ma, come pittore ritrattista, devo ammettere che non è un‘operazione semplice, specie per chi ha una preparazione prevalentemente storico-letteraria.

Giovanni Lamacchia