La novità delle edizioni la meridiana, Piccole storie 1. Giochi e racconti di preistoria per la primaria e la scuola dell’infanzia del prof. Antonio Brusa, pubblicata nella collana di didattica ludica p come gioco (pp. 176, Euro 18,00), spazza via i pregiudizi e rimette ordine nella didattica della storia a partire dalla scuola primaria, il ciclo a cui i nuovi programmi ministeriali affidano in maniera quasi esclusiva lo studio della preistoria.

In questo volume Antonio Brusa – consulente esperto del team che ha redatto le recenti Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione prodotte dal MIUR – raccoglie una sfida: aiutare i docenti, e tramite loro gli studenti, a porsi delle domande corrette sul sapere storico, per andare oltre gli stereotipi tradizionali e accedere a un racconto problematico del passato, che insegni anche a interrogarsi sul presente. Questo, che rappresenta uno dei traguardi indicati dal MIUR per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria, è anche l’obiettivo centrale del volume Piccole storie 1, interamente dedicato alla preistoria, primo volume di un percorso che ripercorrerà, nei volumi di prossima uscita, le diverse epoche storiche, offrendo ai docenti gli strumenti ludico-didattici per addentrarsi nella storia, smuovendo gli studenti dal proprio stato a-problematico verso la disciplina.

Come spiega il prof. Mauro Ceruti nella prefazione al testo, «l’esplorazione del tempo profondo è preziosa e ineludibile per comprendere la condizione umana presente. Non è importante solo lo studio delle origini, dei primi sviluppi e del consolidamento delle innovazioni evolutive e storiche destinate a grande successo. […] Lo studio del tempo profondo è stato ed è indispensabile per comprendere quel complesso intreccio fra possibile e attuale che costituisce la natura profonda dei processi storici».

L’autore presenta otto giochi da proporsi nella scuola dell’infanzia e nei primi anni della primaria, che servono ad arricchire il curricolo del docente. Ognuno di questi è dedicato ad una questione storica da svilupparsi secondo un metodo di didattica collaborativa. L’ultimo capitolo, invece, riprende i contenuti in chiave “tradizionale”.

Il risultato finale? Il bambino avrà imparato a maneggiare informazioni e contenuti in una storia dove il tempo si dilata e l’evoluzione si apre a tante integrazioni, e dove il porsi le domande è il meccanismo che lo aiuta a liberarsi dalle trappole di un sapere ridotto a pillole e spot. E poi la storia e il gioco (quindi la didattica ludica applicata alla storia) hanno una cosa in comune: educano alla cittadinanza.

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AntonellaLucanie

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