L’oncologo Vito Lorusso, ex primario dell’Istituto Tumori di Bari Giovanni Paolo II, è stato condannato definitivamente a 5 anni di reclusione in seguito a un patteggiamento. La sentenza ha confermato il verdetto, aprendo così le porte del carcere per Lorusso, nonostante la sua età avanzata di oltre 70 anni, che potrebbe influire sulla durata effettiva della sua permanenza a Turi, considerando anche il tempo già trascorso in custodia cautelare. I suoi avvocati stanno attualmente lavorando per presentare una richiesta di arresti domiciliari.

Lorusso era stato coinvolto in una serie di accuse gravissime, tra cui peculato, concussione, truffa aggravata e accesso abusivo al sistema informatico. Secondo l’accusa, avrebbe costretto 21 pazienti affetti da patologie oncologiche, nel periodo tra giugno 2017 e luglio 2023, a pagare tra i 100 e i 150 euro per visite e somministrazioni di chemioterapia che avrebbero dovuto essere fornite gratuitamente dal servizio sanitario nazionale.

Questa non è stata l’unica vicenda giudiziaria che ha coinvolto Lorusso. Nel febbraio scorso è stato nuovamente arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno” della Dda di Bari, che riguarda presunti illeciti legati al voto di scambio politico mafioso. Tra gli arrestati figurano anche sua figlia, Maria Carmen Lorusso, all’epoca consigliera comunale a Bari, e il marito di quest’ultima, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri. La giustizia dovrà stabilire se Lorusso ha effettivamente stretto un accordo per favorire l’elezione della figlia con Massimo Parisi, fratello del boss di Japigia noto come “Savinuccio”.

Il tribunale, ratificando il patteggiamento di 5 anni, ha inoltre disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Lorusso e lo ha condannato a pagare le spese legali alle parti civili, che includono i familiari dei pazienti coinvolti, la Regione Puglia, l’Istituto Oncologico e l’Ordine dei medici. Lorusso ha già restituito gli importi indebitamente incassati, pari a 32.950 euro ai pazienti e 2.476 euro all’Istituto Oncologico.

L’oncologo, difeso dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, continua ad affrontare le conseguenze legali delle sue azioni, mentre la comunità medica e l’opinione pubblica reagiscono a questo caso di abuso e malversazione nel settore della sanità.