Per quanto ormai siano diventati innumerevoli e spaventosamente frequenti i casi di violenza domestica, e per quanto sia difficile psicologicamente per chi ne è vittima denunciare, a volte, se si ha la forza e il coraggio di parlare, ad essere salvata non è solo la propria vita, ma anche quella di altre persone che si trovano nella stessa situazione.

È quanto accaduto ad Andria, dove una donna ha trovato la forza di sporgere denuncia contro il proprio compagno dopo l’ennesima colluttazione tra le mura di casa, a seguito di cui ha riportato danni alla milza, tanto da dover essere sottoposta a un delicatissimo intervento.

In un ambiente che di familiare ha ben poco, il giovane, originario di Andria, è stato arrestato perché ritenuto dagli inquirenti responsabile di violenza nei confronti della propria compagna; ieri, 7 giugno, l’accusato e stato sottoposto all’interrogatorio da parte del pm di Trani.

La violenza che si consumava in quella casa ha, però, dato l’opportunità di portare alla luce una serie di altre storie di abusi: l’Ufficio Anticrimine ha elaborato 11 proposte di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di altrettanti soggetti residenti nella BAT.

Parliamo dell’elaborazione di una serie di misure che rientrano nell’attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere disposta dal Questore di Barletta-Andria-Trani, Roberto Pellicone. Sotto i riflettori vi sono gli uomini che hanno messo in atto comportamenti offensivi, minacciosi, violenti, persecutori, tutto ciò aggravato dal fatto che molti di loro sono padri di famiglia che hanno commesso simili atti davanti ai propri figli minorenni.

Le misure sono previste nell’ambito del Codice Rosso, che permette ai soggetti maltrattati di disporre di una sorveglianza speciale prevista per gli esponenti della criminalità organizzata, con lo scopo di prevenire che la spirale di violenza intrapresa da questi soggetti possa condurre a più gravi reati.

Difronte alla questione, la Questura ha precisato che tra i destinatari di queste misure c’è anche una donna che, con il proprio compagno, ha più volte minacciato la madre sia verbalmente che con percosse, per poter ottenere del denaro.

Alla luce dei fatti, l’iniziativa messa in atto dal Questore Pellicone si concretizza come un gancio, una speranza per le donne vittime di abusi, a cui possano aggrapparsi per potersi risollevare, e soprattutto un modo per evitare che figli nati in un simile ambiente malsano possano avere in futuro delle ripercussioni psicologiche gravi, crescendo, invece, con dei valori sani.