Si tratta di un gesto di disperazione quello di un giovane 20enne di Sannicola, nel Salento, reo di aver incendiato 4 giorni fa il portone della caserma dei Carabinieri del suo paese. L’atto folle è derivato dalla disperazione, come il ragazzo stesso ha dichiarato: “Ho compiuto quel gesto malsano solo per attirare l’attenzione sulla mia situazione che è drammatica: non ho un tetto sotto il quale dormire, non ho un lavoro, non ho da mangiare”. Purtroppo però il ragazzo, malgrado le attenuanti, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

L’interrogatorio che ha visto protagonista il giovane ha permesso al giudice Angelo Zizzari, di convalidare l’arresto. Durante le indagini preliminari del tribunale di Lecce è emerso, grazie ai racconti del giovane 20enne, la situazione di disagio e smarrimento che ha segnato la sua vita nell’ultimo periodo, tanto da spingerlo a commettere un folle reato.

Il ragazzo ha dichiarato di essersi recato dal parroco del paese, dal sindaco e dai militari per avanzare la sua richiesta di aiuto che è stata ignorata. Aveva solo bisogno di un posto caldo dove dormire ed un pasto da mettere sotto i denti. Queste sono le ragioni per le quali l’avvocato Maria Paola Scorrana ha presentato un’istanza al giudice per derubricare, il reato di tentato omicidio in danneggiamento e lesioni, chiedendo una riduzione della misura cautelare dal carcere di “Borgo San Nicola” in una comunità terapeutica, perchè nessuno dovrebbe essere privato della  propria dignità.