A Brindisi si continua a pagare il pizzo, bar e pizzerie sono scacco di gruppi criminali che con attività intimidatoria riscuotevano puntualmente cifre anche piccole, dalla 50 alla 100 euro. Nell’ambito dell’inchiesta partita a luglio 2022, che ha portato all’individuazione di clan malavitosi attivi nella zona del brindisino, sono state notificate ieri mattina, da parte della Direzione Distrettuale Antimafia nuove misure di custodia cautelare a 14 persone. L’inchiesta era partita dalle intercettazioni di conversazioni tra il boss Gianluca Volpe, capo del clan Romano-Coffa e l’appena 22enne compagna, che era la persona incaricata a riscuotere i “pizzi” dai bar e dai ristoranti di Brindisi.

Le intercettazioni partite dal 12 dicembre del 2019 hanno permesso alla Procura Antimafia di quantificare le somme di denaro richieste e di appurare che la giovane, addirittura, facesse spesa in quei locali, comprandoci sigarette, alimenti e quant’altro. Le riscossioni avvenivano tutti i giorni ed erano di importi variabili, fino a 100 euro. Sempre dalle intercettazioni, la 22enne avrebbe raccontato che acuni esercenti non rispettavano le regole,  pagando davanti a tutti, attirando l’attenzione, oppure non rispettando le tempistiche di pagamento, per questo motivo il boss avrebbe fatto chiudere le attività fino a quando non si fossero messi in regola.

Per questo sono stati condotti in carcere il boss Gianluca Volpe, 25 anni, di Brindisi insieme ad altre 6 persone, di età variabile dai 27 ai 69 anni. Ai domiciliari invece  Domiciliari invce per altre 8 persone. Si tratta di una ordinanza di custodia cautelare e non di una sentenza definitiva, per questo vale per tutti la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio.