Incombe una nuvola di dubbi sulle strane assunzioni nell’Arif, l’Agenzia per le attività irrigue e forestali della Regione. La Guardia di Finanza indaga su due tematiche differenti, la prima riguarda l’utilizzo dell’auto di servizio da parte del direttore generale, Francesco Ferraro; la seconda, invece, si riferisce alle procedure di stabilizzazione degli ex operai della Sma. Sarebbero 13 lavoratori che non appartenevano al gruppo da stabilizzare ma che sarebbero stati inseriti tra gli assunti senza apparente motivo.

Questione auto di servizio

Si indaga su probabili violazioni in merito all’utilizzo delle auto di servizio dell’Arif, un’Alfa Romeo Stelvio, una 159 e una Jeep. I finanzieri, però, in particolare vogliono verificare se la prima vettura sia stata utilizzata dal dirigente Ferraro per scopi personali. Uso vietato perché un dirigente pubblico non può usufruire di auto di servizio, a differenza di quanto avviene nel privato. Da chiarire se Ferraro, che abita nel comune leccese di Acquarica abbia usato la Stelvio per percorrere il tragitto da casa a lavoro.

Questione “assunzioni di famiglia”

La seconda vicenda riguarderebbe 13 assunzioni interinali. Si tratta di figli di dipendenti dell’agenzia, dirigenti regionali, sindacalisti, ma anche di assessori in diversi comuni pugliesi. Il problema, però, è che le stabilizzazioni dovevano riguardare gli operai della ex Sma, società creata una ventina di anni fa che assunse Lavoratori socialmente utili (Lsu) per destinarli alla sorveglianza antiincendio. Il fallimento della società nel 2016, determinato dalla fine dei fondi pubblici a questa destinati, portò all’assorbimento del personale prima in Regione, poi all’Arif. Nel 2017 il Consiglio regionale decise che quei lavoratori andavano stabilizzati, e dunque la platea delle nuove assunzioni doveva riguardare il personale ex Sma. Alcuni attuali dipendenti Arif però sarebbero poi stati stabilizzati dopo essere entrati nell’agenzia attraverso un contratto interinale, non come ex dipendenti Sma.