foto di repertorio

La sera del 29 luglio scorso Antonio Cassano era in sella alla sua Honda, acquistata pochi mesi prima, assieme a una sua amica e sfrecciava ad alta velocità sul lungomare di Santo Spirito. In un attimo, il buio. Il 20enne travolse in pieno e uccise Gaetano De Felice, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali mano nella mano con il suo figlioletto di 7 anni. Il 47enne cadde sull’asfalto, cercando in ogni modo di proteggere il suo bambino, ma per lui non ci fu nulla da fare. Il bimbo rimase gravemente ferito. Tutti furono trasportati in ospedale. Il 20enne fu posto agli arresti domiciliari dopo qualche giorno dall’incidente, il 4 agosto, con l’accusa di omicidio stradale, aggravato dalla manovra fatta in prossimità di attraversamento pedonale e dal mancato possesso della patente di guida e della copertura assicurativa.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che il ragazzo risultò positivo ai test alcolemici e tossicologici fatti in ospedale dopo l’incidente. La pm in quell’occasione dispose una consulenza per capire se la droga assunta avesse alterato le capacità psico-fisiche del 20enne. Il tossicologo Roberto Gagliano Candela confermò la presenza di tracce di stupefacenti nel sangue, ma chiarì come che non vi fosse una presenza tale da comprometterne la lucidità alla guida. Il ragazzo spiegò nel corso dell’interrogatorio di essersi trovato davanti all’improvviso un uomo con un bambino in braccio e di aver cercato di frenare, ma non esserci riuscito. Il 20enne affermò inoltre che era la seconda volta che portava in strada la sua nuova moto e aveva iniziato da poco la scuola guida. A seguito delle schiaccianti prove a carico del ragazzo e delle ammissioni fatte da lui, il pm Savina Toscani ha chiesto per il giovane il giudizio immediato e a breve inizierà il processo.