Oggi si è riunita la Commissione d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia coordinata dal presidente Renato Perrini, con la partecipazione dell’onorevole Paolo Lattanzio, invitato dalla consigliera regionale Debora Ciliento.

Barese, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, Lattanzio si è soffermato sugli aspetti che più hanno caratterizzato le attività della criminalità organizzata in epoca covid.

Dopo una fase di attenzione a quanto accadeva, ecco il focalizzarsi su tre elementi fondamentali: gli enti locali, chiamati a individuare gli interventi di natura sociale; le imprese, soprattutto medio piccole, tessuto essenziale dell’economia italiana, investite dall’uragano covid che ha esacerbato una situazione di già grave liquidità; le comunità sociali, infiacchite dalla crisi economica.

Niente grandi boss, questa volta. Una nuova rete diffusa, invece, di piccoli referenti, quasi una sorta di “usurai di prossimità”, come li ha definiti Lattanzio, pronti a “dare una mano”.

Il più delle volte tali personaggi hanno bisogno di aiuto anche per le operazioni più semplici. Questo è il punto debole in cui lo Stato, nelle sue diverse articolazioni, può infiltrarsi. Quindi, come prefetti e procuratori pugliesi avevano detto, più si amplia il perimetro della consapevolezza civile, meno terreno fertile c’è per il reclutamento criminale.

Il presidente Perrini ha ricordato l’iniziativa assunta dalla Commissione consiliare e subito appoggiata dalla presidente dell’Assemblea regionale, Loredana Capone, per l’approvazione di un ordine del giorno che impegni la Giunta a chiedere al Governo un maggior sforzo in Puglia, e soprattutto nel Foggiano, per l’aumento di presidi giudiziari e investigativi.