La pressione su ospedali e 118 diventa sempre più forte; mentre il covid hospital è continuamente lì lì per aprire, i contagi crescono a dismisura, i morti abbondano e la campagna vaccinale va avanti a spron battuto, la gente muore per strada. È successo questa mattina a Bari, al cimitero, dove un 71enne si era recato per un saluto al cognato, scomparso due mesi fa.

A quanto ci risulta, l’uomo ha accusato un malore mentre saliva le scale, si è portato la mano al petto, e si è accasciato al suolo. Subito sono iniziati i tentativi di chiamare i soccorsi, la prima telefonata di cui abbiamo documentazione è stata fatta alle 10:41, ma già da una decina di minuti ce n’erano state numerose altre, senza successo. Secondo quanto ci hanno raccontato i parenti del 71enne, riuscire a parlare con un operatore è stato a lungo impossibile, il numero di emergenza risultava sempre occupato.

In quei momenti frenetici, mentre più persone provavano a parlare col 118, qualcuno ha tentato di contattare la Polizia Locale, ma anche qui, prima di riuscire a interloquire con qualcuno, sono trascorsi diversi minuti in attesa. Per cercare un canale alternativo, uno dei nipoti ha allertato la Centrale di una compagnia di vigilanza privata, con sede a Roma, incaricata di sorvegliare un fondo agricolo nel Barese.

Forse proprio grazie a questo stratagemma, sul posto dal 118 è stata inviata un’ambulanza, purtroppo di tipo India, col solo infermiere a bordo, arrivata alle 10:50, quando il 71enne era a terra più o meno già da una ventina abbondante di preziosissimi minuti. Il dettaglio può essere appurato con precisione dai tabulati della Centrale e dai registri del personale intervenuto.

All’uomo è stato praticato il massaggio cardiaco per oltre 40 minuti, mentre andavano avanti i tentativi di parlare col 118, dal momento che l’infermiere non può somministrare farmaci, competenza al momento riconosciuta al solo medico. In buona sostanza, sul posto sarebbe probabilmente servita prima di tutto un’auto medica o un’ambulanza Mike, non disponibili dato il sovraccarico di interventi che da giorni “stressano” il sistema di emergenza-urgenza, dovuto anche all’invio del 118 al domicilio di pazienti positivi, che in molti casi non vengono trasportati in ospedale e forse potrebbero essere visitati da medici di famiglia, guardie mediche o dalle Usca.

Secondo le informazioni che siamo riusciti a raccogliere, durante il massaggio cardiaco sia l’infermiere che i parenti dell’uomo hanno continuato a chiamare il 118 per richiedere l’invio di un medico sul posto, fino a quando, avuta risposta, dalla Centrale è stata inviata un’ambulanza dalla postazione di Triggiano, a quanto pare appena liberatasi da un altro soccorso. Quando il personale sanitario è riuscito a riprenderlo, pochi minuti prima delle 12, lo hanno caricato in ambulanza e trasportato in codice rosso al Pronto Soccorso del Policlinico, dove purtroppo è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.