«Subire un’estorsione per gente che si guadagna da vivere con il proprio sudore è qualcosa che difficilmente una persona può accettare. Noi non lo abbiamo fatto». Chiude dopo 30 anni di attività la “Pizzeria da Nicola”, a cavallo tra Modugno e il quartiere San Paolo. Con un lungo post, Nicola, Raffaele e Stanislao spiegano le ragioni di una scelta, l’unica ritenuta possibile pur senza giudicare chi, nelle stesse condizioni, ha preferito seguire un’altra strada.

Il commiato ai tanti estimatori, basta scorrere la bacheca facebook per imbattersi in post del tipo “siete uno spettacolo”, arriva per porre fine alle tante voci che si sono innalzate dopo che è stata calata per l’ultima volta la saracinesca, senza una spiegazione apparente, dando luogo a ipotesi evidentemente non veritiere. Alla fine, tutto si riduce a quello, il pizzo, la richiesta estorsiva, la scelta di non sottostare. Ecco, di seguito, il post.

Ci scusiamo in anticipo se questo messaggio risulterà prolisso ma credo sia doveroso salutare tutti gli amici e clienti che per anni ci hanno accompagnato in questo lungo percorso durato più di 30 anni.

Non esistono semplici parole che possono esprimere la nostra tristezza e sofferenza nel comporre questo messaggio. La pizzeria non era un semplice locale, una semplice ditta o impiego di lavoro, era un nostro progetto, un nostro sogno , la nostra vita. Era quel componente della famiglia che non parla ma che sai che è sempre li accanto a te, una seconda casa dove trascorrevamo gran parte delle nostre giornate a volte forse troppo lunghe, un punto di ritrovo per amici, parenti o fedeli clienti che accompagnati magari da una birra trascorrevano una calda o fredda serata, con quel sorriso tipico che provoca un bel panzerotto o una buona pizza. Potremmo sfornare migliaia di aggettivi o di aneddoti per poter descrivere ciò che significava per noi quel locale, ma non basterebbe un giorno solo per poterlo fare.

Poter fornire una spiegazione a ciò che è successo non è affatto semplice e, come tipico purtroppo del nostro quartiere, il silenzio e la chiusura improvvisa ha creato solo una nebbia fitta di storie fantasiose e chiacchiericci inutili. In questi mesi ne abbiamo sentite tante di storie, di versioni e soprattutto di persone che improvvisamente si tramutavano in professori di vita, che sfornano giudizi sulle decisioni prese.

La verità è che nessuno può comprendere gli stati d’animo e la criticità nel prendere una decisione in pochi attimi in quei momenti, in cui speri solo di poterti risvegliare da un brutto sogno. Subire un’estorsione per gente che si guadagna da vivere con il proprio sudore è qualcosa che difficilmente una persona può accettare. Noi non lo abbiamo fatto. Non ce l’abbiamo fatta. Non siamo riusciti ad accettare la visione di un futuro basato sulla sottomissione, sulla paura quotidiana che un individuo possa varcare per l’ennesima volta le porte del tuo locale per poter “mangiare”, ma che di cibo non si parla assolutamente. E perché accettare tutto questo? per chi poi? Per qualche individuo che un bel giorno si alza dal proprio letto e decide che deve mangiare sul sudore e sul sangue di un povero Cristo, che a volte sfortunatamente, arriva a stento a fine mese?! e vedere poi lo stesso tizio stappare bottiglie di Don Pérignon alla faccia di tutti quelli che sputano sangue per il proprio lavoro?? NO! NON E’ AFFATTO GIUSTO!

Però questo non vuole essere un messaggio critico o colmo di rabbia, poiché siamo consapevoli che purtroppo ci sono commercianti o imprenditori che sono costretti ad accettare e convivere con questa realtà, poiché magari pensano o credono non ci sia altra via. Noi vogliamo solo dire che c’è sempre un’altra via e soccombere non è una di quelle! Ribellarsi o ancora meglio unirsi in un’unica lotta, a volte potrebbe fare la differenza e magari un commerciante non sarà costretto a chiudere.

Solo il tempo dimostrerà se la nostra è stata una scelta giusta per il nostro futuro, ma in ogni caso non smetteremo mai di essere noi stessi e infine magari speriamo che il nostro gesto possa aver fatto riflettere qualcuno, ed essere spronato a fare la cosa giusta.

Terminiamo questo nostro messaggio con un grande e caloroso abbraccio da parte nostra: Stanislao e Raffaele e di colui che ha fatto la storia della pizzeria e che nel suo piccolo ha potuto creare un tassello anche nella storia del CEP, nostro padre Nicola, che ci è sempre stato accanto.

Vi porteremo sempre nel Cuore, grazie a tutti per esserci stati accanto in tutti questi anni ed in questo percorso, scusateci se a volte vi abbiamo fatto aspettare più del dovuto (speriamo che in fondo ne sia valsa la pena) auguriamo un in bocca al lupo ai nuovi gestori e speriamo che un giorno potremo rincontrarvi uno ad uno e regalarci un sorriso come si faceva per un bel panzerotto!!! Buon proseguimento a tutti!!! Un grande abbraccio!!!