Montaggio e trasporto pagati due volte, con smarrimento dell’ordine compreso nel prezzo della cucina, per giunta arrivata con pezzi diversi da quelli scelti e ancora smontata. È la disavventura made in Ikea capitata a una coppia barese. Una storia che sembra partorita dalla mente confusa del geometra Filini di fantozziana memoria, con tanto di intervento della Polizia nel punto vendita di Bari alcuni giorni fa.

Riavvolgiamo il nastro. Ad aprile una coppia barese, in attesa del primogenito, compra la cucina per la loro nuova casa. Può usufruire degli sgravi fiscali e quindi dispone un bonifico di circa 2mila euro. La traccia del pagamento è nero su bianco. Consegna programmata per il 24 maggio. In simultanea viene ordinato e pagato con ulteriore bonifico tutto il resto dell’arredamento: i mobili del bagno, il soggiorno, la camera da letto e la cameretta.

L’impresa che sta ristrutturando casa comunica che ha bisogno di più tempo e quindi la consegna della cucina va riprogrammata. Ikea viene avvisata oltre il termine delle 72 ore e come da contratto bisogna ripagare i 400 euro per il trasporto e il montaggio. Nulla quaestio, chi sbaglia paga e così accade: nuovo bonifico con relativa email di confermata ricezione da parte di Ikea.

Da quel momento il colosso svedese non si fa più vivo. La coppia inizia a chiamare insistentemente, ma non riesce a sapere quando potrà avere la benedetta cucina. Il 20 giugno la donna va nel punto vendita Ikea di Bari accompagnata dalla mamma. Nonostante lo stato terminale della gravidanza, aspetta a lungo il suo turno prima di essere accolta dall’addetto al reparto che, con sua grande sorpresa, le comunica la mancanza dell’ordine. La cucina è sparita.

La futura mamma chiede al compagno di lasciare il posto di lavoro e di raggiungerla. L’uomo giunge sul posto in aiuto della moglie in preda al panico, poco prima dell’arrivo della Polizia chiamata dalla stessa donna. Raggiunta la sede Ikea, l’uomo chiede di poter parlare col direttore e solo quando inizia ad alzare la voce viene raggiunto da tale “Nicola” (non vorrà mai fornire le generalità e manterrà sempre girato il tesserino nonostante le ripetute richieste) e subito dopo da “Antonello” (pare essere il direttore della sede Ikea di Bari) e quindi fatto accomodare nella zona riservata per evitare che altri clienti potessero assistere alla discussione.

Dopo un’ora di attesa, l’intervento della Polizia e qualche parola detta a voce alta, si scopre l’amara verità: e cioè che a causa del primo slittamento, l’ordine della cucina è stato erroneamente cancellato dal sistema informatico Ikea. Questo viene detto alla coppia, che nel frattempo reclama notizie anche degli altri mobili acquistati (consegna poi programmata per il 30 Giugno).

Ikea a quel punto, per ovviare al macroscopico errore, propone la consegna per sabato scorso. La coppia accetta soddisfatta. I montatori iniziano a montare la cucina, ma solo alla fine ci si accorge che i fianchetti di un pensile non sono bianchi come il resto dei cassetti. A quel punto la squadra di montaggio contatta la centrale operativa di Milano e la mette in contatto con la coppia.

Dalla telefonata emerge un’altra assurda scoperta: la linea Voxtorp è stata momentaneamente (o definitivamente non lo si riesce bene a capire) sospesa per dei non meglio definiti “controlli di qualità sulla produzione” e che probabilmente sarebbe rientrata nella catena di montaggio dopo un paio di mesi. Propongono quindi il montaggio di pezzi simili ma di un’altra linea, assicurando che il colore sarebbe pressoché lo stesso, ma la coppia non cede, chiedendo la sostituzione con pezzi identici a quelli acquistati.

Una corsa ad ostacoli. Il nuovo appuntamento per concludere il montaggio è fissato per il prossimo 13 luglio, nonostante le rimostranze reiterate e nonostante questo sia il giorno prima della nascita del bambino, sempre non succeda l’ennesimo imprevisto. Intanto la cucina è mezza smontata, senza poter neppure installare gli elettrodomestici,  acquistati altrove e già ricevuti nei tempi, per non perdere la garanzia e la certezza che il lavoro possa essere completato dalla squadra di appaltatori dell’Ikea.

A completamento della disavventura c’è un’ultima chicca: in fase di progettazione della camera da letto, il desginer Ikea aveva aggiunto un letto, delle stesse dimensioni di quello già acquistato altrove dalla coppia, come “segnaposto visivo” nel progetto al computer. Peccato che quel letto sia erroneamente finito nell’ordine Ikea e sia stato pagato e trasportato insieme agli altri mobili (circa 250 euro) e che ora bisogna capire come restituire e farsi rimborsare.

Raggiunto dai nostri microfoni, il futuro papà dichiara che “Aacquistare da Ikea è stato un errore tremendo, una vera e propria via crucis da non ripetersi mai più nella vita. Non abbiamo la certezza assoluta che il lavoro sarà completato per tempo dopo essere rimasti in balia delle onde per circa 3 mesi. Ci hanno costretto, dopo aver scelto e progettato tutto il resto della casa con i loro designer, ad optare per la sola consegna dei mobili rimanenti, divisi in ben 101 colli ora sparsi per casa, perché loro non avrebbero potuto garantire il montaggio entro il 13 Luglio”.

“Era troppo tardi per acquistare altrove  – aggiunge l’uomo – e ci siamo dovuti accontentare. In queste ore stiamo cercando una squadra esterna per completare il lavoro, sempre rigorosamente a spese nostre. A questo enorme disservizio si aggiungono anche quelli del numero verde perennemente occupato, della palese impreparazione nell’utilizzo dei sistemi informatici del personale (1 mese e 1 pattuglia di polizia per accorgersi che un ordine fosse stato erroneamente cancellato), della pochezza nell’attenzione e nella cura del cliente manifestatasi in pieno quando la mia compagna, incinta al nono mese, ha dovuto chiamarmi perché nessuno sapeva spiegarle in quale balordo modo un ordine fosse sparito dal sistema informatico e, nonostante fosse palesemente agitata, non le sia stato offerto nemmeno un bicchiere d’acqua, una sedia o semplicemente una rassicurazione da un responsabile”.

“Siamo intenzionati a procedere legalmente per il recupero di tutti i danni subiti tra i quali, senza ombra di dubbio, le notti che trascorreremo fuori da casa nostra in attesa che la cucina venga completata e possa essere pulita prima del suo utilizzo – tuona il cliente insoddisfatto -. Sconsiglio questa esperienza a chiunque, soprattutto alle coppie in attesa: momenti come questi devono rappresentare una gioia e necessitano della maggior serenità possibile. Farsi rovinare gli ultimi momenti prima del parto è una cattiveria che non auguro a nessuno. La beffa più incredibile è stata quella di essere rimasti sempre sotto osservazione di due guardie giurate, nonostante le nostre rimostranze fossero sempre state contenute, seppur perentorie e le nostre sagome (100 chili in due) non rappresentassero alcuna minaccia. Speriamo che qualcuno dal’azienda voglia realmente farsi carico dei nostri problemi, aiutandoci a risolverli prima di una settimana”.

Restiamo in attesa di una replica di Ikea, certamente in grado di comprendere quale sia la coppia che ha dovuto sopportare questi pesanti disagi.