Domenico Colasanto, ex direttore della Asl di Bari, ora rischia un procedimento penale nella vicenda dell’uccisione di Paola Labriola, la psichiatra barese uccisa il 4 settembre 2013, mentre lavorave nel centro di salute mentale in via Tenente Casale. L’accusa, per l’ex DG è quella di “morte come conseguenza di altro reato.

Secondo il pm Baldo Pisani, la morte della dottoressa sarebbe una conseguenza non voluta di un’omissione di vigilanza. Nelle motivazioni della richiesta si legge che Colasanto”Pur essendo a conoscenza della situazione di pericolo, indebitamente ometteva la predisposizione presso il centro di via Tenente Casale, struttura ad elevato rischio, di un sistema di sorveglianza tecnico – video/metal detector – o effettuato tramite servizio di vigilanza”.

L’ex dg Colasanto, sospeso nel gennaio del 2014 dal suo incarico per presunte irregolarità in determinate procedure, deve rispondere anche di falso per aver falsificato i documenti di valutazione dei rischi.