Fonti investigative confermano che “Savinuccio” sarebbe a tutti gli effetti caduto in disgrazia, perdendo il rispetto e la lealtà di quasi tutti i suoi vecchi affiliati a vari livelli. Un vero rovesciamento di fronte, culminato nella condanna che i nuovi boss baresi erano a un passo dall’attuare, nel dicembre scorso, approfittando del breve periodo di libertà vigilata di Parisi.

Sottoposto a carcere duro a Novara dal primo dicembre 2009, era stato rilasciato il 17 dicembre scorso per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Tre giorni dopo, però, veniva nuovamente arrestato con l’accusa di estorsione, per fatti risalenti al 2009.
È anche su quei tre giorni che si stanno concentrando le indagini dei carabinieri di Bari, indagini che hanno portato alla scoperta di un piano per l’eliminazione di “Savinuccio”.

L’ex capobanda, pur avendo rispettato le prescrizioni della libertà vigilata riguardo le persone frequentabili, sarebbe considerato tuttora un personaggio scomodo dai nuovi vertici della criminalità del quartiere. Secondo gli inquirenti, Parisi sarebbe nel mirino anche dei suoi ex affiliati, passati al servizio delle attuali famiglie al comando nel capoluogo pugliese. A salvargli la vita sarebbe stata proprio quella nuova ordinanza di custodia eseguita il 20 dicembre, tre giorni dopo il rilascio per decorrenza di termini.

Il boss è attualmente una delle figure di spicco del processo “Domino”, iniziato a seguito di una catena di arresti avvenuti negli ultimi anni tra la criminalità organizzata barese.
Gli ultimi sviluppi fanno quindi emergere un quadro in cui Bari sembra essere sempre più terra bruciata per l’ex capobanda, per il quale potrebbe affacciarsi anche l’ipotesi di un trasferimento in un carcere al di fuori della regione

21 gennaio 2013

Giorgio Scapparone Suma