Il boom registrato nell’entusiasmo e nella partecipazione alle primarie salentine ha attratto l’attenzione e il plauso anche da parte di esponenti di altri schieramenti politici. Gianni De Blasi della Lega ha commentato positivamente, affermando che “quando i processi decisionali vengono determinati dal basso, la politica tutta deve esserne contenta, ma Lecce ha bisogno di un cambio di passo su tutti i temi”.
Questo successo ha riaperto il dibattito sulla possibilità di organizzare primarie anche a Bari, città in cui si è cristallizzata una spaccatura tra l’ala del Pd-civiche emilianiste e la sinistra identitaria schierata con Michele Laforgia. Attualmente, nonostante gli sforzi dei mediatori, non si intravede un orizzonte che possa rafforzare l’unità all’interno della coalizione.
La proposta di estendere le primarie a Bari riflette il desiderio di coinvolgere la base e consentire a tutti i sostenitori dei partiti progressisti di esprimere la propria preferenza in modo democratico. La modalità-gazebo, già sperimentata con successo a Lecce, potrebbe rappresentare una via per superare le tensioni interne e rafforzare l’unità all’interno del centrosinistra a Bari.
Il confronto tra le diverse anime della coalizione si prospetta come una sfida significativa, ma la possibilità di decidere i propri rappresentanti attraverso primarie potrebbe rivelarsi un passo importante verso una maggiore partecipazione democratica e la costruzione di un fronte coeso in vista delle prossime sfide politiche.