Il tanto discusso libro del generale italiano Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”, arriva nelle scuola e, più precisamente, in una quinta di un liceo di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. “Aiuta a sviluppare il pensiero critico” è il commento della docente di Lettere Giulia Schiavone, che ha deciso di dedicare alcune ore di educazione civica proprio al contestato libro. “Il problema qual è?“, si staranno chiedendo i pochi che non ne hanno mai sentito parlare.

“Il mondo al contrario”

Il libro più venduto su Amazon ha suscitato molte polemiche perché definito da diversi critici “Xenofobo, razzista”, non supporterebbe, quindi, la comunità e i diritti delle persone LGBT. Proprio sul sito di Bezos appare un riassunto del contenuto scritto del generale: “Il Mondo al contrario vuole provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità. Questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente avendo l’impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati – scrive Vannacci –.

Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy“.

Il commento della preside

La preside del liceo scientifico “Ribezzo” di Francavilla Fontana, Giuseppina Pagano, commenta così la scelta della docente: “Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia e far finta che queste cose non accadono, perché poi fuori dalla scuola i ragazzi le incontrano. Quindi, è meglio se in un contesto come la scuola riusciamo a interagire con loro, a provocare un dibattito controllato e critico, trattando diversi punti di vista. Per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo. Da me è venuto un solo genitore che ha ritenuto potesse esserci qualche problema, per cui sono andata ad accertarmi nella classe e ho parlato con i ragazzi che quasi mi guardavano perplessi e non capivano perché la cosa stesse suscitando un problema. Il lavoro è fatto per stimolare liberamente il pensiero dei ragazzi“.