Questa mattina in Corso Italia, da tempo strada riconosciuta per il degrado barese, l’Amiu ha riportato una parvenza d’ordine e “pulizia” rimuovendo cartoni, materassi e tutto quello che fino ad oggi era stato messo su un suolo pubblico dai senzatetto. “Dopo aver battagliato e dopo aver ottenuto un incontro con il presidente delle Fal per programmare e rispolverare i progetti del rifacimento di Corso Italia, oggi hanno provveduto alla rimozione dei giacigli e degli arredi dei senza fissa dimora” – Luca Bratta, responsabile del quartiere Libertà per Fratelli d’Italia.

Da quanto commentato sui social dai residenti, però, sembrerebbe che l’operazione di oggi sia nata e morta in poche ore. “Tutto è come prima, non è cambiato proprio nulla” o ancora: “Str**zate, è solo una messa in scena! Hanno detto che tra qualche giorno si possono riprendere tutto“. La paura di chi vive nelle vicinanze, o proprio a pochi metri dove ogni giorno senzatetto ubriachi creano disagi e pericolo, è quella che non servirà a molto rimuovere materassi e cartoni, facili da recuperare e da rimpiazzare, ad allontanare chi non ha una dimora e vive nel degrado da tempo.

Il post del Partito di Alternativa Comunista Bari Bat

Il Partito di Alternativa Comunista Bari Bat spinge, invece, su quanto famiglie in difficoltà e immigrati abbiano “il diritto all’abitare”, per risolvere la situazione, favorendo l’integrazione di queste persone. “Da parte nostra sosterremo ogni mobilitazione per il diritto alla residenza e ci mobiliteremo, a nostra volta, per inserire queste rivendicazioni in una prospettiva più ampia che metta in discussione il sistema capitalistico nella sua totalità”, spiegano nel loro post fortemente critico nei confronti del sindaco Antonio Decaro. Di seguito il testo integrale.

Resistenza a sfratti e sgomberi! Per il diritto all’abitare!
Nel pieno dell’ultima campagna elettorale il sindaco di Bari Antonio Decaro, per contrastare la retorica leghista che soffiava sul fuoco «della paura e del disagio dei cittadini» affermò a gran voce: «la mia è una città accogliente!».
E aggiunse: «Non è dignitoso vivere nei depositi. I proprietari firmano contratti con una sola persona, gli altri pagano tutti a nero. […]
Se riqualificheremo il quartiere, porteremo dentro nuove attività e compiremo azioni di controllo, gli immigrati cominceranno a vivere in case dignitose. Con una loro più equa distribuzione in città, invece, anche l’accoglienza e l’integrazione saranno più semplici».
A circa un anno dalla fine del mandato del sindaco la situazione è drammaticamente opposta a quella prospettata in campagna elettorale tant’è che quel «soffiare sul fuoco della paura e del disagio dei cittadini» pare essere diventato patrimonio della giunta targata Pd.
Il diritto all’abitare, infatti, rappresenta un diritto sempre più sotto attacco in tempi di crisi e disoccupazione.
Tempi bui e privi di certezze per chi vuole costruirsi una vita, una famiglia e una continuità e invece decisamente favorevoli per le speculazioni di palazzinari e affaristi senza scrupoli che lucrano sulla vita di decine di migliaia di famiglie.
A questo si aggiunge una impennata repressiva dal chiaro carattere di classe: tante famiglie, che non possono permettersi il pagamento di un regolare affitto, vengono sfrattate o sgomberate qualora occupino stabili peraltro abbandonati e inutilizzati. A queste ultime vengono finanche negati non solo il diritto al libero accesso ai pubblici servizi (luce, gas, acqua) ma anche il diritto alla residenza, che a sua volta implica il diritto di voto, all’accesso alla sanità, all’istruzione e a tutti quei servizi erogati dal Comune.
Senza la residenza non è possibile godere a pieno del diritto alla salute in quanto è condizione per ottenere l’assegnazione di un medico di famiglia.
Oggi, in città, la lotta per il diritto all’abitare coinvolge nativi e immigrati ed è diventata centrale nel conflitto di classe in quanto include i settori più colpiti e marginalizzati della classe lavoratrice e più sfruttati da un sistema in crisi epocale.
Da parte nostra sosterremo ogni mobilitazione per il diritto all’abitare e ci mobiliteremo, a nostra volta, per inserire queste rivendicazioni in una prospettiva più ampia che metta in discussione il sistema capitalistico nella sua totalità.
Ma in questa situazione drammatica non ci provino neanche il sindaco Decaro e la sua giunta a lavarsene le mani come dei patetici Ponzio Pilato!”.