Continua in queste ore la vicenda Baritech, l’azienda produttrice di mascherine che il primo febbraio scorso ha avviato un licenziamento di massa inviando a 113 lavoratori una lettera di sospensione del proprio contratto di lavoro.

A seguito di tale provvedimento, è stato costituito un collegio legale con gli avvocati dei sindacati per presentare una vertenza all’azienda licenziataria.

La vicenda ha provocato numerose rimostranze tra i lavoratori e i sindacati, nonché anche importanti tensioni istituzionali. Infatti, in questi giorni si sono tenuti importanti tavoli di trattative presso la Regione Puglia e la Prefettura.

Il Segretario Regionale Ulte Uil, Filippo Lupelli, ha ribadito che a breve partirà un’altra lettera frutto dell’incontro in Prefettura, in cui si ribadisce la possibile vendita dello stabilimento solo per lo svolgimento di un’altra attività produttiva.

L’intento è quello di evitare qualsiasi tentativo di speculazione. La stessa azienda è stata già oggetto di trattative di acquisizione quando un imprenditore milanese era interessato all’acquisto ma subito dopo ha ritirato l’offerta ritenendola non più conveniente.

Inoltre, la battaglia dei sindacati si gioca anche sul fronte dei pagamenti del tfr e altre spettanze ai lavoratori. Per finire, c’è la questione dei terreni non utilizzati nell’area Baritech. I sindacati chiedono di ridisegnare il perimetro della ZES (Zona Economica Speciale) per far rientrare la stessa area nelle agevolazione economiche previste e attrarre quindi nuovi investitori e imprese.

La battaglia continua poiché l’interesse primario resta quello di aiutare il maggior numero possibile di lavoratori e delle loro famiglie.