L’emergenza coronavirus continua a mietere vittime; al netto della psicosi generale e del bollettino giornaliero, con l’asettica conta di decessi, contagiati e guariti, quello che appare ormai chiaro all’opinione pubblica è la dura prova a cui è stato e viene ancora sottoposto il “sistema Paese” e il servizio sanitario nazionale, nelle sue diverse ripartizioni regione per regione.

Un cittadino barese vive dall’ultimo trimestre dell’anno scorso a una trentina di chilometri da Milano, lavora per una multinazionale attiva nella fornitura di servizi alle imprese, proprietà di un cittadino cinese. Il titolare dell’attività, al pari di tanti suoi connazionali, è tornato in patria per festeggiare il capodanno. Sia quel che sia, il barese da una ventina di giorni accusa febbre, che non riesce a far scendere in maniera stabile e definitiva.

L’uomo, per lavoro, si è anche recato a Madrid, da cui è tornato, prima in Italia e poi in Puglia, dove vivono moglie e figli. Rientrato alla base lavorativa, ha riavuto il rialzo della temperatura, ragion per cui ha contattato il locale servizio di emergenza-urgenza, nonché l’Ats, l’Agenzia di Tutela della Salute.

Contrariamente alle sue aspettative, gli è stato risposto che l’ambulanza non sarebbe stata mandata al suo domicilio, bensì di aspettare ancora un paio di giorni prima di essere sottoposto a eventuali test per il coronavirus. Vista la situazione, l’uomo non si è perso d’animo e ha sentito un parente che a Bari presta servizio nel 118.

Evidentemente grazie a questo giro di telefonate tra colleghi, l’uomo è stato ricontattato. Smaltita la coda delle 20 persone in attesa di essere prelevati con l’ambulanza prima di lui, l’uomo è stato ricovero a scopo precauzionale in Terapia intensiva.

Positivo al primo esame, fortunatamente l’esito del tampone a cui è stato sottoposto è stato negativo. Al termine di questa odissea, quello che resta è la constatazione che perfino un sistema sanitario regionale come quello lombardo, additato da più parti quale modello di riferimento, è andato sotto stress. Dovesse verificarsi una contestuale maxi emergenza, viene da chiedersi cosa potrebbe succedere.