Nell’ultimo Consiglio Comunale tra gli argomenti all’ordine del giorno c’era anche la discussione sull’installazione delle antenne provviste di 5G, la tecnologia che permetterà di avere una connessione più veloce e una copertura di rete migliore su tutto il territorio.

Nonostante la presenza dei rappresentanti dei comitati contro l’installazione e a favore della rimozione delle antenne già presenti in città, il sindaco Decaro ha proposto di riparlarne nella prossima seduta e ha invitato i cittadini a seguirlo nel suo ufficio per discuterne. “Abbiamo declinato l’offerta di Decaro – spiega Donato Cippone del comitato per la Tutela del Territorio Area Metropolitana di Bari – perché per noi il luogo più adatto per parlare di una faccenda così delicata è l’Aula Dalfino”.

“Ci scusiamo per la reazione avuta in aula, ma non possiamo essere trattati come delle cavie – continua Cippone -. Al momento non ci sono studi scientifici che dimostrano se il 5G sia dannoso per la salute, tanto meno sono presenti trattati che affermano che non ci siano pericoli. Alcuni comuni italiani, circa 100, hanno fermato l’installazione delle antenne 5G. Come loro anche noi ci appelliamo al Principio di Precauzione. Finché non ci saranno dei dati certi che dimostrano che le nuove frequenze non sono dannose, chiediamo la rimozione delle antenne già presenti in città e lo stop alla sperimentazione”. La disapprovazione verrà portata anche il 5 novembre a Roma con una manifestazione nazionale.

Nonostante le rimostranze dei cittadini, in via Tripoli nel quartiere San Paolo, gli operai stanno effettuando la trasformazione dei ripetitori esistenti in 5G. “In quasi in tutti gli appalti del Comune – conclude Cippone – c’è l’installazione delle nuove antenne con una frequenza maggiore. Via Sparano ne è già piena e con la nuova illuminazione anche largo 2 Giugno avrà antenne 5G. Bisogna fermare tutto questo. Noi non siamo cavie”.