“Il prossimo tre dicembre una commissione parlamentare farà visita al Porto di Bari”. Apprendiamo la notizia da una lettera inviata dai vertici dell’Autorità Portuale a chiunque abbia uno spazio in concessione all’interno del’area del Demanio. Una raccomandazione dell’Autorità a “Verificare il puntuale rispetto delle misure di tutela della sicurezza dei lavoratori, con particolare riferimento ai dispositivi di protezione personale”  come caschi e imbracature. Probabilmente una sollecitazione doverosa, in considerazione del fatto che non sempre si procede secondo le regole. Mercoledì, però, non si può sbagliare davanti ai rappresentanti del parlamento italiano.

Nelle poche righe, perentorie, “Si coglie l’occasione per rinnovare l’invito a mantenere decorosi e puliti gli spazi/ambiti in concessione, più volte sollecitato dai funzionari di questa Autorità”. Il vero problema, però, come abbiamo più volte evidenziato in questo ultimo anno sulle pagine del nostro giornale, sono gli spazi che competono direttamente all’Autorità Portuale. Esattamente come nel caso delle fotografie che pubblichiamo nella galleria, scattate ieri (venerdì 28 novembre).

A chi tocca sistemare quegli spazi e quegli ambiti? Agli illustri ospiti della commissione sarà spiagato che ci sono voluti tre anni per bonificare un camion carico di lana marcia, che però totalmente sventrato giace ancora sull’area di Marisabella? Che ci sono volute innumerevoli sollecitazioni per rimuovere parte delle carcasse di auto, moto e camion dall’area demaniale? Sarà spiegato che il primo piano della Stazione Marittima San Vito è praticamente inutillizato e che la Banca Popolare di Bari se n’è scappata dal Porto? Verrà fatto vedere cosa si nasconde sotto i tappeti tempestati di lustrini? Verrà evidenziato che le stazioni marittime sono prive di manutenzione e ormai in stato di degrado? Sarà spiegato il motivo per il quale le compagnie stanno andando verso altri porti e che i traffici di Bari stanno diminuendo? La mail, del 27 novembre, fa pensare a una certa consapevolezza sul fatto che le cose non girino sempre come devono girare e su come, nonostante le continue sollecitazioni – è scritto – non vengano presi i necessari provvedimenti. Poi magari si scopre che quella della commissione sarà solo una passeggiata o poco più. Il tre dicembre, però, si avvicina.