Lui si chiama Mimmo Oreste e non ha paura di metterci la faccia. Da stamattina è sulla “sua spiaggia” a raccogliere firme. Ne ha già messe insieme 300: nome, cognome e data di nascita. A vedere la processione al banchetto, però, il numero crescerà. La gente non si tira indietro per aiutare il 39enne a recuperare il materiale che un paio di giorni fa la Capitaneria di Porto gli ha sequestrato: 20 sdraio, 4 sedioline e due tavoli.

Lo hanno accusato di aver messo in piedi un lido abusivo. Lui, esattamente nello stesso punto in cui fioriscono venditori abusivi di sgagliozze, involtini e birre a volontà a qualunque ora del giorno e in buona parte della notte, cerca di sbarcare il lunario. Mimmo non ha le spalle coperte, è disoccupato, ha tre figli da sfamare e una gran passione per il mare. Cerca di assistere – senza ovviamente chiedere soldi se non un’offerta da chi voglia dargliela – i bagnanti affezionati della spiaggetta di San Cataldo, attaccata al ristorante Provolina, di fronte alla Fiera del Levante.

I residenti gli vogliono un gran bene e si stanno facendo in quattro per aiutare il loro bagnino. Mimmo, infatti, si prodiga per agevolare l’accesso al mare ai diversamente abili, ripulisce la spiaggia e, pur non avendo un brevetto, da nuotatore esperto qual è, ha pure salvato alcune persone in difficoltà nel mese in cui è entrato in azione. Tutti lo conoscono e tutti adesso lo rivogliono, tanto da essere scesi in strada a mettere una firma da consegnare al sindaco Antonio Decaro.

Certo, non può passare il messaggio che a Bari tutto sia possibile, ma non deve neppure farsi largo l’idea che se cucini abusivamente la carne, vendi birra e friggi sgagliozze e magari sei imparentato alla crminalità, tutto è permesso. La legge è uguale per tutti e da troppo tempo a Bari non lo è. In fondo Mimmo Oreste, disoccupato volenteroso e ingegnoso, mette a disposizione degli altri il suo tempo, anche se non hanno niente da dargli in cambio, invece di perdere quel tempo a bere birra comprata abusivamente in riva al mare.

Persino i gestori degli stabilimenti balneari lo sanno che Mimmo non fa concorrenza. Le persone che frequentano la spiaggetta a San Cataldo vanno lì proprio perchè magari una giornata con sdraio e ombrellone a pagamento non possono permettersela. Al lido a pagamento non ci andrebbero lo stesso. Il sequestro del materiale di Mimmo è avvenuto nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”. Siamo certi – e lo sono anche i bagnanti e i residenti – che adesso quella piaccola spiaggia è molto meno sicura.