La recente ordinanza del sindaco di Bari in materia di ordine pubblico e decoro non ha mancato di destare clamore. Se da una parte c’è chi, come tanta parte dei commercianti nei dintorni, accoglie di buon occhio le nuove disposizioni, oltre alla prassi delle opposizioni politiche, c’è una parte di cittadinanza attiva che invece vi si oppone fermamente.

Come è ben noto, nell’occhio del ciclone sono finiti in particolare alcuni passaggi equivoci nei quali si vieta espressamente “di sostare prolungatamente in gruppo superiore a cinque persone, con atteggiamento di sfida, presidio o di vedetta, o comunque in modo tale da impedire la piena fruibilità della piazza agli altri cittadini e ai turisti”, allo stesso modo sono vietati i bivacchi e i comuni giochi dei bambini che popolano le sei piazze incriminate della città.

Interrogato in merito, il sindaco ha specificato che quei passi dell’ordinanza sono da riferirsi solo ai pregiudicati. Una difesa che, invero, alla pari di tutta l’ordinanza, fa acqua da tutte le parti secondo le associazioni che sono insorte e che rilanciano con un j’accuse all’indirizzo del Palazzo di Città.

Le associazioni promettono battaglia, vogliono sollevare la coltre di ipocrisia che pare, a loro dire, aver oscurato le reali ragioni dell’ordinanza: “vogliamo invece interrogarci e nominare le cause e le caratteristiche di queste problematiche e spingerci a immaginare delle soluzioni possibili assieme a chi attraversa la piazza tutti i giorni.”