Non c’è tregua, insomma, per il mondo della scuola. Provato da anni di tagli e riforme, cortei e sit-in, svilito nel suo ruolo educativo, quello dell’istruzione pubblica è, agli occhi del Governo, un mondo da risanare perché possa essere innalzato ai livelli europei. Intento lodevole, a prima vista, un po’ come il maxi concorso a cattedre per introdurre ‘fresche’ risorse nel mondo della scuola, ma in realtà riservato ai precari di una vita, ai già abilitati, neppure lontanamente accessibile ai poveri, e giovani per davvero, neolaureati.

Quanto si legge ai commi 42-48 dell’articolo 3 del ddl di stabilità permetterebbe al Governo di risparmiare cifre enormi (tra i 120 e i 260 milioni annui) a costo, però, di un sovraccarico di lavoro sulle spalle dei docenti, di una standardizzazione dei contenuti forniti e delle modalità d’insegnamento attuate, della trasformazione della scuola in una dispensatrice di nozioni fredde e meccaniche, della perdita di un rapporto umano tra docenti e allievi.

Allora, coerentemente con alcune scuole superiori d’Italia, in agitazione già da qualche giorno per far valere i propri diritti al lavoro e allo studio di fronte ai provvedimenti del Governo, anche il Liceo Classico “Socrate” di Bari si sta mobilitando contro il depauperamento e la svalutazione della scuola pubblica. Due proteste parallele, ma non discordanti, sono in corso da ieri da parte di studenti e docenti.

Di seguito l’intervista rilasciata in mattinata dai rappresentanti dei ragazzi, Chiara Wasowski e Dario Mercuri.

Perché voi studenti avete deciso di autoconvocare un’assemblea per oggi dal momento che la protesta contro la legge di stabilità non vi riguarda direttamente?

Chiara: «L’assemblea che abbiamo autoconvocato oggi è indipendente e prescinde da quella che è stata l’azione di protesta dei professori della nostra scuola, ossia l’approvazione e la sospensione del piano dell’offerta formativa in reazione a quanto ha in agenda la politica, con particolare riferimento all’articolo 3 del ddl di stabilità. L’assemblea che abbiamo autoconvocato stamattina verte in generale sulla situazione di crisi in cui si trova il mondo della scuola pubblica italiana, il mondo della formazione e dei saperi e, ripeto, prescinde dalle modalità di protesta che i nostri docenti stanno portando avanti».

Come avete strutturato l’assemblea, di cosa avete parlato, a quali conclusioni siete giunti?

Dario: «L’assemblea è stata all’inizio plenaria: abbiamo dato un quadro dei motivi per i quali oggi ci autoconvocavamo. Poi è stata effettuata una divisione in 3 gruppi di lavoro: il primo gruppo di lavoro ha analizzato il ddl, in particolar modo le più recenti novità in discussione in materia di scuola pubblica italiana; il secondo gruppo ha fatto un’analisi più ad ampio respiro rispetto alle politiche in materia di scuola degli ultimi anni, analizzando il processo di progressivo impoverimento dell’istruzione pubblica italiana e in particolar modo alcune tematiche come il ddl Aprea, la questione INVALSI e i tagli alla scuola pubblica; il terzo gruppo invece si è occupato delle forme di protesta da adottare come reazione a questa grave situazione: si è pensato ad esempio a flash mob pomeridiani che possano permettere agli studenti di informare i cittadini sulle motivazioni della protesta al fine di ottenere un appoggio concreto da parte della cittadinanza».

Cercherete a questo punto una concreta collaborazione con le scuole di tutto il territorio nazionale al fine di impedire l’approvazione del ddl e in quali termini?

Chiara: «L’iniziativa che abbiamo portato avanti noi oggi qui si inserisce nell’ambito delle tre giornate di agitazione studentesca del 24-25-26 ottobre. In questo senso oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) parteciperemo all’assemblea cittadina alle 17 in piazza Cesare Battisti, che vedrà riunite le rappresentanze dei vari istituti superiori di Bari in modo tale da poter condividere l’esperienza di oggi e inserirla anche in un discorso più ampio. Nel pomeriggio di venerdì, invece, ci sarà un’altra assemblea nello stesso luogo per incontrare anche gli studenti universitari e avere un prospetto più completo dell’attacco indiscriminato compiuto ai danni della formazione pubblica».

 

Il punto di vista dei professori, presentato nel pomeriggio di ieri con la lettura del verbale dell’ultimo Consiglio d’Istituto alla presenza dei genitori degli alunni, troverà spazio in un nuovo articolo che pubblicheremo a breve.

26 ottobre 2012

Alessandra Morgese

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