Nel giro di tre anni, dal 2008 al 2011, i due fratelli sono riusciti a farsi anticipare soldi dalle banche per lavori mai svolti. Il tutto grazie a fatture false e scansionate. Secondo la Procura, “tutti questi documenti contabili non trovavano riscontro nella contabilità dell’ente pubblico”. Per riprendere l’intera vicenda, nel febbraio 2007 la Sigi si è aggiudicata, per 3,15 milioni di euro annui, l’appalto del “lotto nord” per la manutenzione delle strade e della segnaletica. Somma poi ridotta alla metà in seguito alla cessione parziale del contratto alla Bat.

La Provincia prendeva così atto della cessione del credito della Sigi all’Unicredit. Ma nel 2011lo stesso ente pubblico ha ricevuto richieste di pagamento inerenti alle “fatidiche” fatture, emesse sempre dalla Sigi, da parte di altre quattro banche. Complessivamente sono stati scontati agli istituti di credito 20milioni di euro in più rispetto a quelli realmente dovuti.

Sono così scattate le denunce. Lo stesso presidente della Provincia, Schittulli, ha dichiarato: “non è dato sapere come sia stato possibile emettere fatture per lavori mai eseguiti”. Alla Procura si è rivolta anche l’Unicredit che, nel gennaio scorso, ha portato al pm Carmelo Rizzo i documenti relativi al contratto stipulato con il Consorzio Sigi: crediti con cifre a sei zeri che l’istituto bancario vantava nei confronti della Provincia, in qualità di “debitore ceduto”.

Il gip Alessandra Piliego si dice convinta che la Provincia sia stata “vittima di una truffa”, tuttavia l’Ente si ritrova a essere responsabile in solido con il consorzio Sigi dei soldi anticipati dalle banche. Di conseguenza la Provincia rischia, ora, di dover pagare. Ma è caccia i complici, perché si ritiene impossibile che i due fratelli abbiano agito da soli. Sono 51 le presunte fatture false, ottenute tramite “la scansione elettronica dei documenti acquisiti in originale e in copia”, scrive la Procura. Nelle copie manca il “logo e reca la dicitura «Provincia di Bari, settore infrastrutture viabilità e trasporti» con un carattere grafico di dimensioni differenti dall’originale”.

Un grosso giro di documenti scansionati e contraffatti probabilmente, secondo la Procura, messo in piedi al fine di risollevare le sorti del Consorzio sul quale gravavano molti debiti.

Elena Defilippis