Dopo l’intervento dell’UGL, in merito alle questioni sollevate dai nostri articoli sulla crisi dello stabilimento Bosch di Bari, i sindacati iniziano a metterci la faccia. Il primo a rispondere alle nostre domande, in merito alla discutibile gestione del contratto di solidarietà, è Donato Pascazio, segretario generale Fim Cisl Bari.

«Nel caso in cui dovesse essere stato fatto ricorso eccezionalmente agli straordinari per la gestione di alcuni picchi di lavoro – spiega Pascazio – ovviamente in solidarietà, sarebbe una pratica da non ripetere. Escludo invece la possibilità che in questo periodo di crisi possa essere stato fatto ricorso all’assunzione di lavoratori interinali».

Il segretario della Fim Cisl rivendica il ruolo del sindacato al fianco dei lavoratori e risponde alle denunce che alcuni operai ci hanno sottoposto. «Certo, mi rendo conto che la gestione della solidarietà andrebbe migliorata – continua Pascazio – ma non può essere estesa a tutti i lavoratori per via dell’alta professionalità di alcune mansioni, seppure si potrebbe pensare a dei corsi di informazione».

Migliorare la solidarietà vuol dire anche, per esempio, evitare di comunicare ai lavoratori, in extremis e attraverso sms e messaggi Whatsapp, l’inserimento nei turni dello scorrimento nel fine settimana. «Abbiamo un dialogo costante con l’azienda – continua Pascazio – a cui sottoponiamo le esigenze dei lavoratori nel tentativo di migliorare le loro condizioni, nonostante il periodo di crisi. Dopo un calo fisiologico di iscritti, dovuto a mobilità e buonuscite da parte di alcuni lavoratori, registriamo un aumento di tessere intorno al 10%».

Pascazio, al contrario di quanto ci hanno raccontato alcuni operai davanti ai cancelli della fabbrica, esclude che all’interno si respiri tensione e un clima di terrore e rimanda al mittente le accuse secondo cui gli RSU Fim Cisl lavorerebbero meno di quattro ore e in qualche modo possano attuare comportamenti vessatori tali da costringere i dipendenti a contrattare con l’azienda la buonuscita: «Siamo riusciti a chiudere il contratto di solidarietà – spiega Pascazio – alla vigilia di un cambiamento legislativo che avrebbe peggiorato il trattamento economico dei dipendenti. Grazie all’intervento dei sindacati la paga, infatti, è del 60% rispetto a quella intera e non del 45-50%».

Nel video, tutte le risposte di Pascazio a questi e ad altri temi al centro del dibattito aziendale, al quale non possono più sottrarsi tanto le segreterie generali dei sindacati quanto la politica e le istituzioni. Ribadiamo la nostra indipendenza rispetto a qualunque delle parti coinvolte nella vicenda e aspettiamo anche altri interventi che possano ulteriormente chiarire quanto da nui denunciato.