Fonte Facebook "SSC Bari"

Hanno fatto scalpore, nei giorni scorsi, le parole del direttore sportivo biancorosso Ciro Polito che, senza peli sulla lingua, aveva dichiarato: “A malincuore ho lasciato partire Marras, ma tecnicamente non ci ha dato quello che volevamo. Il discorso Marras a Bari finisce qui, anche in caso di retrocessione del Crotone. Finché ci sarò io, Marras non farà più parte del Bari“. Polito non aveva preso bene l’atteggiamento del calciatore genovese che aveva forzato la mano per lasciare il Bari negli ultimi giorni di mercato, senza badare alle conseguenze che questa sua richiesta avrebbe potuto provocare, visto che mancavano ormai poche ore alla chiusura del calciomercato e Mignani aveva già perso Botta per infortunio sulla trequarti.

Nicolò Schira, giovane giornalista sportivo italiano, ha elogiato il mercato del ds Polito ma ha criticato la sua uscita riguardante la cessione del numero 30 biancorosso: “Ineleganti le dichiarazioni su Marras, che al debutto col Crotone è stato subito decisivo infilzando il Parma di Gigi Buffon”, ha affermato Schira, evidentemente in disaccordo con la troppa onestà dimostrata dal direttore sportivo durante l’intervista.

“Galano ha pianto quando si è concretizzato il ritorno a Bari, ama questa maglia – aveva aggiunto il direttore sportivo nella stessa intervista, sottolineando l’attaccamento di Cristian a questi colori – È quello che chiedo ai miei giocatori: amore per questa maglia”, ha precisato Polito. Uno degli aspetti più fondamentali per far bene in questa squadra, secondo il ds, è senza dubbio l’amore per i colori che si rappresentano, per la città e i tifosi, dettagli che danno quella spinta emotiva in più ai calciatori per fare sempre meglio e realizzare l’obiettivo comune: la promozione in Serie B.

A Bari non servono calciatori che utilizzino il blasone della piazza come trampolino di lancio per raggiungere livelli più alti da soli. A Bari servono uomini che lottino per questa città, per la maglia che indossano e che migliaia di ragazzini sognano di poter vestire un giorno. Se un calciatore che arriva in questa città non è in grado di capire cosa darebbe un qualsiasi ragazzo o ragazza per essere al suo posto, per poter infilare la nostra casacca negli spogliatoi del San Nicola baciando lo stemma del Galletto, salire quei gradini che ti portano fino al manto erbato ed ammirare la sciarpata dell’armata biancorossa in tutti i settori dell’Astronave, sognando di segnare un gol e poter correre per andare ad esultare sotto la Curva Nord, allora quel calciatore farebbe bene ad accomodarsi altrove, perché non può e non deve occupare il posto che qualcun altro sogna di avere in questa squadra e darebbe di tutto pur di averlo.

Sono venuto a Bari per raggiungere un obiettivo comune – ha dichiarato Raffaele Maiello nella sua conferenza stampa di presentazione -. Lasciare Frosinone non è stato facile. Non potevo, però, non accettare una piazza così importante e questo progetto. Anche a costo di lasciare una categoria superiore. Ho lasciato la B per ritornarci col Bari“. Maiello, già nelle prime dichiarazioni, ha dato una chiara dimostrazione di quel che chiede il ds e ha raccontato: “Nell’ultima settimana c’è stato l’affondo decisivo con Polito. Il direttore mi ha parlato del progetto, mi ha convinto subito. Mi ha detto di volere uomini, poi calciatori. Questo aspetto mi ha colpito molto”, ha concluso il centrocampista arrivato dal Frosinone.

Alle lacrime commosse di Galano per il suo ritorno a Bari e alla determinazione di Maiello, si aggiunge una bella dimostrazione di leadership di uno dei perni della squadra di questa stagione, Emanuele Terranova, che con una storia su Instagram spinge i suoi compagni verso la conquista della Serie B con un atteggiamento da vero capitano: