Dopo ben 17 anni, la Nazionale italiana di pallacanestro si è qualificata alle Olimpiadi di Tokyo che avranno inizio il prossimo 23 luglio. L’incredibile impresa degli azzurri, che sono usciti vincitori da Belgrado contro la Serbia con il risultato di 102-95, porta la firma del Commissario Tecnico Meo Sacchetti, originario di Altamura.

Con la famiglia di origini bellunesi di cognome Sachet, emigrata in Romania, Sacchetti è infatti nato in un campo profughi ad Altamura dove i genitori si sono rifugiati dopo aver lasciato la Romania, per non dover rinunciare alla cittadinanza italiana, prima di trasferirsi qualche anno dopo da piccolo a Torino.

Sacchetti era già stato artefice di un’altra impresa con gli azzurri nel 2019, quando erano riusciti a qualificarsi ai campionati mondiali di basket dopo 13 anni. L’ultimo accesso della Nazionale italiana maschile di basket ai Mondiali risultava infatti nel 2006, per altro ottenuta tramite Wild card della Federazione Internazionale Pallacanestro, mentre l’ultima qualificazione ottenuta sul campo risaliva addirittura a 21 anni prima, nel 1998.

Dopo il match contro la Serbia, Meo Sacchetti è anche stato protagonista di un simpatico siparietto con Igor Kokoskov, l’allenatore della Serbia: pare infatti che Sacchetti si fosse diretto verso il CT serbo per stringergli la mano a fine partita, ma improvvisamente l’altamurano si è voltato di spalle e dal labiale e dai gesti con le mani si può chiaramente intuire che abbia mandato a quel paese il coach avversario.

Non è ancora chiaro cosa abbia detto o fatto Kokoskov per meritarsi il “vaffa” di Sacchetti, ma quel che sappiamo è che l’allenatore serbo non è stato totalmente carino con gli italiani nel collegamento video d’intervista del post partita. “Gli italiani avrebbero dovuto mostrare un po’ più di classe durante la celebrazione della vittoria”, le parole di Kokoskov.