Finalmente è disponibile su Netflix, a partire dal 26 maggio, “Il Divin Codino”, film dedicato alla leggenda del calcio italiano Roberto Baggio, Pallone d’Oro nel 1993.

La pellicola della piattaforma di streaming online parla anche tanto “barese”. La regista è infatti Letizia Lamartire, 34enne originaria del capoluogo pugliese, così come Vito Luigi Fornarelli, che interpreta il ruolo dell’attaccante veneto da ragazzino.

La regista Lamartire possiede un curriculum non indifferente, grazie al fatto di aver frequentato dei corsi di recitazione e musica presso l’Accademia UNIKA, essersi laureata al conservatorio Niccolò Piccinni e aver conseguito il diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Lamartire conquista numerosi riconoscimenti grazie ai suoi cortometraggi e si inserisce tra i cinque finalisti dei Nastri d’Argento 2018 con “Piccole Italiane”, di seguito realizza il suo primo lungometraggio intitolato “Saremo giovani e bellissimi” e diventa la regista di “Baby”, una delle serie italiane più famose e viste su Netflix.

Per quanto riguarda il film su Baggio, la sceneggiatrice Ludovica Rampoldi ha reso noto i motivi per i quali il calciatore viene visto nel film principalmente con la maglia della Nazionale Italiana piuttosto che con quella della squadre di club da lui indossate, tra cui quelle di Juventus, Milan, Inter, Fiorentina e Brescia tra le altre: “Lavorando su un film, quindi con un tempo limitato, abbiamo voluto raccontare l’amore di Baggio per la maglia azzurra. Ci siamo focalizzati su ciò che ha fatto per indossarla e ciò che ha regalato al mondo indossandola”, ha dichiarato la sceneggiatrice.

Il film vede protagoniste in modo particolare le vicende fuori dal campo piuttosto che quelle sul manto erboso, il racconto di un ragazzo, un uomo, uno sportivo, una leggenda amata da tutti nonostante abbia indossato maglie di club eternamente rivali, dalla determinazione di rendere orgoglioso il proprio padre alle tante occasioni avute per ricominciare da zero.

Il consiglio è dunque quello di guardare “Il Divin Codino” con un occhio sulla storia, uno sulla regia di stampa barese e un altro anche sull’interpretazione del giovane Fornarelli.