“Entrambe le società hanno fatto di tutto perché l’aggressione all’arbitro non fosse più grave di com’è stata. Non si può fare di tutta l’erba un fascio”. Dario Lombardi è il presidente dell’Asd Levante Bitritto, la squadra che ieri ha vinto 3 a 1 lo spareggio con la Virtus Palese per l’accesso alle semifinali del campionato degli allievi provinciali.

Una partita combattuta, giocata all’ex Montagnola di Japigia, sfociata con l’aggressione al direttore di gara Tiziano Albore, un 18enne di Triggiano. Già alla fine del primo tempo fuori dal campo qualcuno ha iniziato a minacciare l’arbitro, “al quale va tutta la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione”, continua Lombardi.

Nel corso del match alla Virtus Palese sono stati espulsi due giocatori, ammoniti altri 6 e allontanato un dirigente. A non essere andato giù sarebbe stato soprattutto il rigore concesso al Bitritto dal signor Albore. Nulla che possa tuttavia giudicate quanto successo. “Alla fine della partita – racconta il presidente del Bitritto – alcuni ragazzi della Virtus si sono scagliati contro l’arbitro, poi sono intervenuti alcuni supporter, che hanno rotto il cancello”.

La situazione è diventata incandescente. L’arbitro e chi ha tentato di difenderlo hanno rimediato calci e pugni prima di riuscire a barricarsi nello spogliatoio. Più di un’ora chiuso a chiave per riprendersi dallo shock e raccontare tutto alla Polizia, intervenuta nel frattempo, e al responsabile degli arbitri.

“Sono davvero fiero dei miei ragazzi – spiega Lombardi – perché non si sono fatti coinvolgere dalla situazione. Se la sono cavata con due ammonizioni dovute a normali falli di gioco. Il fair play deve essere alla base di questo sport, che resta il più bello del mondo. Durante la stagione facciamo incontri anche coi genitori, proprio per spiegare la cultura sportiva. Nell’ultima festa di Natale abbiamo invitato Gerson, l’allenatore della Virtus Palese, nonostante fosse nostro avversario. Per noi questo conta più del risultato stesso, sarà sempre così. Pur provandoci in tutti i modi, le società non sempre riescono a contenere le famiglie di certi ragazzi. Dal canto nostro continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto perché siamo sulla strada giusta. Il calcio è condivisione, rispetto, seppure animato dal giusto agonismo”.