Il forte portiere della Dream Team Palo, Renato Patruno, rilancia con le mani oltre la linea di centrocampo. Mimmo Carlucci, il capitano, di spalle alla porta avversaria, la mette al volo in rovesciata nell’anglo di sinistra. Il portiere del San Ferdinando è battuto per la quinta volta. Finirà 5 a 2 per gli azzurri padroni di casa.

Carlucci, numero 10 per antonomasia, è conosciuto come “il drogato”, per via della tossicodipendenza da pallone di cui è affetto fin da quando era bambino. Con la pioggia, la neve o il 15 agosto era su quello stesso campo della vecchia Alisei insieme a Michele Loconte, un altro drogato di calcio come lui, a tirarsi pallonate. Altri tempi, quando i videogiochi non avevano ancora rincoglionito intere generazioni.

Uno contro l’altro se nessuno era disposto a rischiare il collasso o la caduta pur di fare due tiri. Quello segnato ieri pomeriggio, intorno al 12mo, è un gol sognato da tanti, ma che in pochi possono raccontare di aver fatto. Solo un manipolo, poi, è persino in grado di farlo vedere ai posteri, perché qualcuno è riuscito a riprenderlo col cellulare.

È il caso del così detto eurogol del 36enne, con un passato nel calcio a 11 professionistico. Il capitolo di un romanzo da Libro Cuore di periferia, che riconcilia col calcio, indipendentemente da quale sia il campetto teatro del colpo di genio. Il Dream Team, anche grazie alle prodezze del suo capitano, capocannoniere del torneo con 50 gol, 8 in più del diretto inseguitore, è sempre più vicino alla salvezza.

Poca gente a Paolo del Colle fuori dalla recinzione dell’ultimo campo di futsal all’aperto. E allora ci pensiamo noi a farvi godere della prodezza di Mimmo “il drogato”. Chissà quando ne potrete vedere un’altra simile.