Il Bari calcio non è mai stato così vicino a un nuovo fallimento. Si è infatti concluso con una fumata nera il Consiglio d’Amministrazione convocato per dare il via libera alla ricapitalizzazione del patron Giancaspro. Con la ritirata di Paparesta e l’assenza di interventi da parte di terzi, il club è sull’orlo dal baratro.

Il Cda, convocato in prima battuta lunedì, è ripartito ieri sera: una discussione di diverse ore in video conferenza tra Bari e Roma, che ha certificato due aspetti: l’impossibilità da parte di Giancaspro di sottoscrivere l’aumento di capitale da 4,6 milioni di euro e la frattura tra lo stesso patron e il Cda che ha ritenuto carente il piano di ricapitalizzazione basato, secondo indiscrezioni, in parte su soldi liquidi, in parte su cessione di crediti.

L’agonia del Bari si prolunga così di altre 120 ore: deliberando, infatti, il Consiglio d’Amministrazione aprirebbe da oggi la famosa finestra di 5 giorni per permettere a soggetti terzi di intervenire immettendo soldi freschi nel club biancorosso. In questo modo la deadline che separa il Bari dal fallimento si sposterebbe a lunedì 16 luglio.

Ci sarebbero così i margini di tempo, seppur strettissimi, per un estremo tentativo di salvare il Bari. Entro venerdì 13, però, si dovrebbero sanare le lacune emerse dall’analisi della Covisoc che domani comunicherà quali società hanno passato l’esame per l’iscrizione alla serie B. Il rischio è comunque quello di partire con una penalizzazione.

Inizia così una nuova, ennesima, corsa contro il tempo con lo spettro del fallimento che si fa sempre più grande. La caccia a nuovi imprenditori, singoli o organizzati in cordata, è già partita. Il sindaco Decaro si è impegnato in prima persona ma avrebbe già ricevuto diversi “no”. L’unico a farsi avanti concretamente è l’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola, che si è detto pronto a fare la sua parte.