Foto Fc Bari

Dopo una partenza sprint, il Bari di Fabio Grosso avanza a singhiozzo. Non si può certo parlare di crisi, ma è evidente che i galletti fino ad ora hanno mostrato solo a sprazzi qualcosa di buono mettendo invece in evidenza vistosi limiti.

Tra poche luci e molte ombre, i biancorossi hanno collezionato quattro sconfitte nelle prime sette gare: troppe per una squadra che aspira ai playoff. Vero che due delle sconfitte fuori dalle mura amiche sono arrivate con compagini oggettivamente più attrezzate (Empoli e Frosinone) ma è indubbio che le squadre battute al “San Nicola” erano tutt’altro che irresistibili.

Possesso sterile Va bene il possesso palla, ma quello del Bari è lento, prevedibile e soprattutto sterile. Manca un uomo capace di verticalizzare e trovare lo spazio decisivo. Basha è un uomo d’ordine, Marrone fino ad ora si è limitato al compitino. Brienza non può farlo da seconda punta e non può giocare sempre. Il Bari quindi fa la partita ma non tira quasi mai in porta.

Tallone d’Achille E se non tiri mai in porta il rischio è che alla fine il gol lo facciano gli avversari. A maggior ragione se la tua difesa è molto vulnerabile. Che la retroguardia fosse il reparto che dava meno garanzie a livello qualitativo si sapeva. Con la difesa a tre è emerso anche un problema numerico: 3 difensori di ruolo più un mediano adattato bastano? Gyomber è l’unica nota lieta, gli altri faticano.

Sovraffollamento offensivoMelius est abundare quam deficere” dice il famoso detto latino, ma non è un ragionamento che può essere sempre direttamente applicato al calcio. Otto attaccanti sono un po’ troppi e Grosso fino ad ora ha spesso cambiato interpreti, addirittura sempre da quando è passato al 3-5-2. Il risultato è che i giocatori faticano a trovare intesa e continuità.

Effetti collaterali Il cambio di modulo ha probabilmente portato maggior copertura alla difesa, ma ha avuto l’effetto di tarpare le ali alla squadra. In sostanza prima si subiva molto ma si creava tanto, adesso a fatica si arriva a tirare in porta.

Improta Fino ad ora l’uomo in più del Bari era stato Riccardo Improta. Difficile però pretendere continuità di realizzazione e prestazioni se limiti il tuo giocatore più prolifico sulla linea del fallo laterale, costringendolo a giocare terzino in fase di non possesso. Senza contare che fino ad ora l’attaccante di Pozzuoli non ha mai rifiatato.