Alcuni giorni fa abbiamo provato ad acquistare la maglia ufficiale della Fc Bari 1908 targata Nike, con sponsor Balkan Express e il logo caro all’ex presidente Gianluca Paparesta, certi che neppure Ebay avrebbe potuto fare il miracolo.

Con stupore, invece, non solo siamo riusciti ad acquistarla a 10 euro (più 1,50 euro di spedizione), ma abbiamo potuto scegliere taglia e colore. Si, perché erano disponibili la prima, la seconda e anche la terza maglia della stagione 2015/16.

Ma facciamo un passo indietro. Il 22 giugno 2016, il giorno dell’ormai famoso Consiglio di amministrazione in cui Giancaspro completò la scalata alla Fc Bari 1908, fu siglato un accordo, o almeno questo racconterebbero gli atti del contenzioso fra la Globalicensing, ex società che gestiva il merchandising della squadra biancorossa e la nuova Fc Bari.

Accordo, che al contrario di quanto detto da Paparesta, Giancaspro disconosce. Non spetta a noi giudicare. Lo farà un giudice ad ottobre, quando è prevista la sentenza sul decreto ingiuntivo di circa 500mila euro, non accolto con immediatezza, che la Globalicensing ha fatto recapitare al Bari. L’esistenza del decreto ingiuntivo. motivato o immotivato che sia, ci aveva fatto erroneamente pensare di non poter acquistare la divisa marchiata Nike.

Quella maglia, invece, non solo era disponibile, ma era messa in vendita (come detto al prezzo di 10 euro più 1,50 euro per la spedizione) da una persona che sarebbe molto vicina al presidente Giancaspro e che dichiarerebbe sui social network di lavorare proprio per la FC Bari 1908. E non è tutto, la merce partirebbe proprio da Molfetta, più precisamente dall’indirizzo che risulta essere quello privato del presunto dipendente della società calcistica.

Non sappiamo se si tratti di un mercato parallelo a quello delle attuali maglie firmate Umbro, o se la società, e il presidente Giancaspro, ne siano a conoscenza. La vendita è andata a gonfie vele fino alle 19 di sabato 10 giugno quando, a noi e ad altri acquirenti, PayPal ha restituito la cifra versata a causa del blocco delle vendite.

Secondo alcune indiscrezioni, il venditore, avrebbe avuto una soffiata e per questo avrebbe deciso di bloccare i “saldi”. Il colpo di scena arriva pochi istanti dopo, quando chiediamo spiegazioni sulla ancata vendita e sul rimborso. “Dovrebbe mancare solo una maglia bianca (al rimborso ndr), che Ebay sta ancora elaborando – è stata la risposta fornita dal venditore – Per il momento non avrò altre maglie perché quelle (Nike ndr) erano un tesoretto fatto negli anni”.

Quindi il tesoretto è finito? E quante maglie il venditore aveva messo da parte? Erano forse le maglie lasciate in deposito dalla Globalicensing oggetto del contenzioso? Fosse così sarebbe grave, non certo per prendere le parti di questo o quel protagonista della vicenda, che presenta un’altra apparente stortura.

Fino a quando ci è stato possibile testimoniarlo (mese di maggio), presso lo Store del Bari, nello stadio San Nicola, non era possibile acquistare quella stessa maglia venduta su Ebay, ma tutto il resto del vecchio merchandising: porta iPad, penne, bracciali, porta computer, calcolatrici, torce. Emblematico il caso del bracciale in pelle, acquisto a 5 euro mentre in passato valeva quasi il triplo.

Pare, ma sulla notizia c’è il massimo riserbo, che agli atti del contenzioso ci sia anche un emblematico scontrino a testimonianza di quanto scriviamo. Erroneamente, in seguito alla pubblicazione dell’articolo sui 15 presunti decreti ingiuntivi diretti alla Fc Bari e all’intervista all’imprenditore Luigi De Grecis, siamo stati accusati di non voler bene al Bari. In realtà vogliamo bene nello stesso modo alla verità dei fatti che, speriamo, possa essere accertata in maniera definitiva nelle sedi opportune. Sarebbe grave se quella maglia fosse parte di uno stock al centro del contenzioso e se realmente fosse stata venduta da un dipendente della società biancorossa.