“È stato un campionato strano e negli ultimi 2 mesi la squadra ha fatto  male. Non me lo aspettavo”. Torna a parlare Sean Sogliano e, come già accaduto in passato, ci mette la faccia. Il Direttore Sportivo ha cercato di fare un bilancio della stagione appena passata dando le prime indicazioni per le prossime mosse, a partire dalla scelta dell’allenatore.

“Nel calcio si vince tutti insieme ma si perde in pochi – attacca il Direttore – io ho sempre messo la faccia, anche nei momenti difficili e adesso sono qui a prendermi le mie responsabilità. Purtroppo in Italia c’è questa cattiva abitudine che quando le cose vanno bene l’allenatore è un fenomeno mentre quando le cose vanno male è colpa del direttore sportivo”.

Sogliano passa quindi all’analisi della stagione: “È stato un campionato un po’ strano, la squadra ha avuto un rendimento altalenante e negli ultimi 2 mesi ha fatto molto male. Io ero convinto che questa squadra fosse in grado di arrivare nei primi otto. Ci abbiamo provato, ma la squadra è arrivata stanca a livello nervoso alla fine del campionato”.

Sulle motivazioni della debacle biancorossa, Sogliano non parla di sfortuna ma nemmeno di problemi con Colantuono: “Non ci sono mai stati problemi tra allenatore e squadra. Forse c’è stato un cortocircuito inconscio, in cui i giocatori non riuscivano più a recepire la giusta tensione nervosa”. Sul calciomercato, però, c’è stato qualche errore: “Sicuramente ci sono giocatori che si sono rivelati non adatti all’ambiente o a questa categoria. Qualcuno ha dimostrato di non riuscire a reagire in modo giusto a determinate situazioni”.

Sul nuovo allenatore il Direttore non vuole sbilanciarsi: “Il prossimo tecnico deve avere idee chiare, identità di gioco e voglia stare a Bari. Soprattutto deve essere in grado di divertire i baresi e farli tornare allo stadio”. Guai, però, ad avere la serie A come unico obiettivo: “Non possiamo garantire la serie A, a costo di partire a fari spenti e fare meno abbonamenti. Promettiamo duro lavoro e daremo il massimo”.

Per il prossimo anno, però, il problema non sarà solo il nuovo allenatore: “Questa è una società nuova che deve crescere e migliorare in tanti aspetti, non solo nel settore tecnico. Ma si può crescere solo con il lavoro. Questa pressione per andare in serie A la troverei più giustificata se fosse retrocessa da poco perché hai già un impianto di squadra e societario adatto. Noi invece siamo in serie B da troppi anni, ci vuole tempo per crescere”.