“I miei ultimi campionati sono per una persona speciale”. Due anni fa la tragedia. Vaggelis Moras ricorda la malattia che non ha lasciato scampo al fratello. Da allora, grazie al carattere e a quello spirito che fanno di lui un calciatore rispettato in tutte le società in cui ha militato, Moras dedica gli ultimi anni della sua carriera proprio a quel parente così vicino che oggi non c’è più. “Quella tragedia familiare mi ha dato la forza di continuare a giocare e finché starò bene fisicamente”.

Un’esperienza in tutte le categorie, le presenze con la nazionale greca. E adesso la maglia biancorossa. “Ho giocato spesso contro il Bari – dice il centrale di difesa – Conosco bene la piazza e ho scelto di venire in Puglia nonostante altre offerte. Ma io sposo il progetto, quello di Sean Sogliano, e non mi interessa la categoria”.

“Squadre come Bari meritano qualcosa in più – continua Moras -. Voglio uno spogliatoio unito perché solo tutti insieme possiamo porci un obiettivo”.

Il suo nome, Vaggelis, ha un significato importante: è l’angelo che porta buone notizie. “Spero di portarne anche a Bari – scherza il greco -. Ed è il secondo percorso che condivido grazie a Sean Sogliano. Il direttore sportivo è un grande uomo, negli anni abbiamo litigato anche tante volte ma è una persona vera e quando mi ha chiamato per venire a Bari sono stato contentissimo”.