Irma Melini scende in campo: quello verde dello stadio San Nicola. Nel mirino della consigliera comunale di Scelgo Bari è finita l’annosa questione relativa alla concessione dell’impianto sportivo di strada Torrebella. Tante domande, qualche risposta che piace poco e un’amara considerazione: si è ufficialmente arrivati alla proroga della proroga.

“Sembra non aver grande valore per l’assessore Petruzzelli la convenzione stipulata con la FC Bari 1908 dal 1 luglio 2014 al 30 giugno 2015 tanto che ritiene non applicabile l’articolo 3 che prevede che il Comune nel caso in cui non dovesse procedere a concessione pluriennale dei due stadi rimborserebbe tutti i costi di manutenzione straordinaria sopportati e rendicontati. La questione verte sulla eventualità di contenzioso alla quale ritengo sia esposto il Comune di Bari qualora, a giusta ragione, la società chiedesse il rimborso del dovuto e l’amministrazione non ritenesse di concederlo contravvenendo alla convenzione stipulata. Tanto è vero che: nella proroga successivamente stipulata dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016,  l’amministrazione si ravvede e precisa che dal 1 luglio 2015 non riconosce più nessun rimborso neanche per manutenzione straordinaria”.

“Si può gestire un Comune nella incertezza anche degli atti già sottoscritti fra le parti? – si chiede Melini -. Si può esporre un’amministrazione ad eventuali contenziosi solo su supposizioni non legittimate da nessuna legge e proprie di un assessore che ha interesse solo a dire che non ha speso un euro sullo stadio San Nicola? E se arrivasse una richiesta di rimborso per lavori fatti e rendicontati chi paga? Chi paga il contenzioso? Cosa accadrà dopo il 30 giugno quando scade anche la proroga della prima convenzione?”.

“Secondo quanto riferito ci sarà un’altra proroga, i cui termini non sono ancora chiari – conclude la consigliera – . Gravissimo, se consideriamo che siamo praticamente a giugno e che stiamo per sottoscrivere la proroga della proroga. Ho più volte precisato, anche in Consiglio, che non è opportuno continuare a gestire la cosa pubblica come se fosse appannaggio di pochi e in regime di eterna prorogatio”.