L’eliminazione in Coppa Italia dopo la sconfitta contro il Foggia potrebbe persino essere il danno minore per il futuro psicologico del Bari. Ciò che tiene in ansia i tifosi biancorosi, infatti, è soprattutto il caso Caputo-Galano. Mister Nicola avrebbe voluto schierare fin dall’inizio i due attaccanti, ma hanno rifiutato di scendere in campo. Indisponibilità? No. Alla base c’era la volontà di non pregiudicarsi la possibilità di un doppio tesseramento nell’imminente avvio di stagione. Del resto che i due non lascerebbero Bari a malincuore è abbastanza noto. La società di via Torrebella non ha gradito la richiesta e non si escludono provvedimenti esemplari.

«Gioco e sono un problema per tutti e non devo giocare – ha precisato Ciccio Caputo – dico la verità da uomo e non va bene. Non gioco e mi dite che devo giocare. Ho fatto una scelta e la porto avanti senza paura. Sono stato massacrato da gennaio fino ad ora, dicono sul mio conto solo quello che vogliono. Io non voglio essere assolutamente il problema del Bari e di tutti i suoi tifosi, ognuno si deve prendere le proprie responsabilità come sto facendo io, metterci la faccia e dite sempre la verità. E la verità la sa solo chi vive con noi in questo mondo. Io cerco la mia serenità e quella della mia famiglia in primis. Grazie a chi mi è stato sempre vicino e continua a farlo». L’aria era particolarmente tesa già alla vigilia del match. Caputo aveva lasciato un altro messaggio sulla sua pagina Facebook: «Come sempre – ribadiva – vengono fuori notizie che destabilizzano l’ambiente. Purtroppo ormai mi ci sono abituato. Io parlo per me e dico che non mi sono rifiutato di giocare. Visto che ho deciso di andar via e sono sul mercato ho detto solamente che non sono al 100% con la testa ma che se ritiene opportuno il mister sono a disposizione, altrimenti è giusto che scelga un altro al posto mio per rispetto degli altri. Tutto qua. Poche parole a buon intenditore».

Evidente, seppure poche, le parole dell’attaccante altamurano non sono state intese da chi avrebbe dovuto intenderle.  Galano, invece, a fine partita era stato escluso dal gruppo che parlava a centrocampo con Nicola prima di andare a salutare il pubblico particolarmente indispettito per la prestazione della squadra. L’euforia che si respirava l’anno scorso di questi tempi sembra lontana anni luce. Ciò che si è visto in campo e il clima che si respira nell’ambiente non lasciano presagire niente di buono. Prima di dare un’identità alla squadra, Nicola dovrebbe recuperare “la testa” di qualche giocatore.

«Sta nascendo un Bari senza regole, con la voglia di migliorarsi personalmente e migliarare come squadra», aveva detto forse troppo presto in ritiro il mister. Probabilmente qualche regola servirebbe.