Una conferenza fiume. Un messaggio per tifosi e addetti ai lavori. Gianluca Paparesta ammette gli errori ma gonfia il petto rispetto a tutto quello che in questa stagione è stato fatto. Soprattutto fuori dal campo, per la verità. Almeno dal campo della prima squadra. Poi conferma ufficialmente Nicola, promuove Razvan Zamfir responsabile dell’area tecnica e rimanda Stefano Antonelli al 30 giugno. Quando a meno di enormi sorprese il diesse dovrebbe lasciare Bari.

«In futuro bisogna evitare di commettere gli errori di questa prima stagione – inizia Paparesta – in questi mesi abbiamo fatto cose buone e meno buone. Le cose negative non devono essere nascoste ma analizzate e valutate attentamente. Qualcuno parla ingiustamente di annata fallimentare, io dico che poteva essere condotta meglio e poteva concludersi meglio. Soprattutto dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della prima squadra. Per questo chiedo scusa a chi aveva riposto massima fiducia nel sottoscritto ed è stato deluso. Ad inizio anno mi sono fatto trascinare dall’entusiasmo così quando mi hanno chiesto l’obiettivo stagionale ho parlato di promozione. Mi dispiace aver creato illusioni ma ovviamente non volevo prendere in giro nessuno. Pensavo che la squadra costruita, con l’entusiasmo di una piazza che ancora una volta si è dimostrata numero uno della categoria, poteva raggiungere il risultato pieno. Da oggi in poi niente promesse o proclami. Non un profilo basso ma solo voglia di migliorare quello che abbiamo fatto quest’anno».

«La serie B ha promosso per adesso due squadre solide, senza grandi individualità e senza il nostro pubblico – continua – noi dovremo prendere spunto. Avvieremo un progetto innovativo: giocatori dalle caratteristiche tecniche e motivazionali che possano rispondere alle esigenze di società e tifoseria. Il budget della prossima campagna acquisti? Almeno pari a quello della scorsa estate, quando come avete visto non ci siamo fatti mancare niente. Il nostro è un progetto serio, basato sui numeri. Il nostro piano industriale prevede tre anni di crescita. E prevedeva due ipotesi: una in serie A, una in serie B. Abbiamo un fatturato importante che indipendentemente dagli abbonamenti che verranno sottoscritti ci garantisce la possibilità di fare un altro anno in massima tranquillità. Anzi, avremo a disposizione ulteriori entrate, relative ai diritti televisivi. Quindi avremo ancora più soldi da investire»

Poi il presidente fa una carrellata sui tre temi principali che ruotano attorno al Bari: società, allenatore e direttore sportivo. «Sulla società si è scritto di tutto – dice Paparesta – chiarisco che in questo momento Infront influisce zero sulla gestione della società. Quei soldi son serviti per l’acquisizione. Date e bonifici uscite sui giornali non hanno fatto altro che confermare quanto detto da me fin da settembre. Niente blitz, niente sirene, niente perquisizioni. Sono venute delle persone e hanno chiesto le carte. Cosa che succede in tutte le società, non solo calcistiche. Rimarrete a bocca aperta, avevo detto. E qualcuno ancora mi rimprovera. Mi riferivo ai russi, ai fratelli Rotenberg, una possibilità poi sfumata. Dovessero arrivare altri investitori ci siederemo attorno a un tavolo»

«Questo progetto tecnico è iniziato qualche mese fa con una persona che ho scelto perché credo nelle sue capacità tecniche, umane e di leader all’interno dello spogliatoio – dice Paparesta riferendosi a Nicola – non perché c’è un contratto. Poteva essere rescisso da entrambe le parti ma abbiamo voluto proseguire perché entrambi convinti di poter fare meglio. Ho creduto e credo in Davide Nicola. Tanto lavoro fatto, più o meno emerso, che non avevo motivo di buttare per aria. Ritenevo giusto confermarlo a prescindere dal contratto. Tra l’altro, numeri alla mano, sotto la sua gestione il Bari è stata una squadra da playoff. Ora analizzeremo insieme, ruolo per ruolo, i profili di giocatori ideali in questo contesto».

Sul direttore sportivo. «Zamfir è qui da sei mesi ed è tornato in Romania solo una volta – inizia Paparesta preparando un’importante investitura – si è dedicato all’osservazione, a capire l’ambiente italiano e lo spogliatoio del Bari. Per otto anni è stato responsabile area tecnica del Cluj. Una squadra che non aveva capacità economiche, sconosciuta, e che poi ha vinto campionati, coppe, supercoppe ed ha partecipato alla Champions League e all’Europa League. Una persona con caratteristiche idonee per lavorare a Bari. Sarà lui il responsabile dell’area tecnica. E ci consentirà di pescare dall’estero giocatori già pronti dal punto di vista delle pressioni. Nomi? Faccio l’esempio di Pavoletti. Noi lo volevamo prendere ma avevamo concorrenza di squadre di serie A. Abbiamo aspettato e abbiamo commesso un errore. Dovevamo orientarci su altro, andare altrove. Per questo adesso ci concentriamo sui profili più che sui nomi. Antonelli? Ha fatto grande lavoro. Con la prima squadra e con il settore giovanile. Lo ringrazio. Ha un contratto con noi fino al 30 giugno. Ci sono società che hanno volontà di acquisire le sue prestazioni, fino ad allora lavorerà con noi poi si vedrà».

Infine, un appello al Comune. «Stiamo lavorando sulla sottoscrizione di una nuova convenzione – chiude Paparesta – ma nella prima bozza che mi è stata inviata non ho trovato riferimenti all’antistadio, per esempio. Non una soluzione possibile, dunque, dato che a quel punto non saprei dove allenarmi. nelle infrastrutture quest’anno abbiamo investito un milione di euro. Gli stessi soldi dedicati al settore giovanile. Cifre importanti che dimostrano la volontà di fare le cose per bene ma abbiamo bisogno che il Comune di Bari decida alla svelta il da farsi».