di Silvia Rizzello

C’è un’altra Bari gloriosa dello sport che non è quella del calcio. È la squadra Cus Bari di canoa polo. Meno nota alla cronaca, l’anno scorso ha trionfato in serie A1 classificandosi prima con 52 punti e conquistando la serie A, il cui campionato inizierà il prossimo 11 aprile. È l’unica squadra pugliese in A e, come sottolinea l’allenatore Giannangelo D’Elia, ex polista ed ex-canoista: «Sono state proprio le tante difficoltà la chiave del successo dei sette campioni Vittorio Loiodice, Luca Cinelli, Gianluca Mongelli, Gianmaria Iusco, Vitandrea Loprieno, Giuseppe Anaclerio, e Davide Gabriele».

Tutti giovanissimi, hanno tra i 21 e i 24 anni e molti di loro avevano già vinto la Coppa Italia under 21 di canoa polo nel 2010. Il mister ricorda quanto sia stata dura prendere per mano, nel vero senso della parola, questa squadra che, quando è retrocessa in A1 nel 2012, era in frantumi, e quanto sia stato bello riportarla in serie A l’anno scorso: «Dietro questa promozione c’è un grande lavoro di gruppo che ha abbattuto i tanti ostacoli incontrati durante il nostro cammino. Prima di tutto, l’assenza di un campo dove potersi allenare ha sacrificato molto la preparazione atletica e la concentrazione dei ragazzi. Ogni volta, durante gli allenamenti in vista di una gara, siamo stati costretti ad allestire, provvisoriamente, una porta mobile. Lo facciamo tuttora in attesa del debutto in A. La cosa che più ci dispiace – prosegue D’Elia – è non poterci permettere di disputare delle partite in casa con un pubblico che stia lì a sostenerci proprio perché un campo di gara a Bari non lo abbiamo». Quello dell’assenza dei campi di gara è un problema che, a livello nazionale, accomuna diverse squadre di canoa polo; sono poche, infatti, quelle che possono permettersi il privilegio di giocare in casa. È consuetudine gareggiare in luoghi o città che non sono quelli di appartenenza delle formazioni che devono sfidarsi.

Le origini della canoa polo risalgono tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900, ma per l’Italia è ancora una disciplina giovane, si è infatti diffusa solo alla fine degli anni ’70, più tardi rispetto ai paesi pionieri come Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Francia. Questo è probabilmente uno dei motivi a cui attribuire la difficile vita, o sarebbe meglio dire sopravvivenza, di questo sport. «Forse – come afferma D’Elia – la canoa polo non è mai stata presa sul serio perché è una sorta di figlioccia della canoa, nata proprio come diversivo e momento di divertimento di canoisti professionisti».

In sintesi, nella canoa polo si gioca a livello agonistico, ma i polisti non possono sentirsi professionisti a tutti gli effetti o, per lo meno, non nel senso con cui viene concepito “un professionista” nel mondo di certi sport dove il business e il marketing la fanno da padrone. «Noi non abbiamo sponsor e solo di tanto in tanto abbiamo ricevuto contributi liberi da parte di aziende private. Anzi, per questa stagione, in A ci piacerebbe avere come sponsor anche solo il tifo della città. Ne avremmo tanto bisogno. Per noi è un ritorno davvero importante. Perché, se è vero che per la canoa polo ci sono poco spazio e pochi soldi, l’entusiasmo è sicuramente il nostro più grande alleato».

Oltre all’allenatore D’Elia, la storia tutta in salita di questa squadra la conosce bene l’uscente presidente del Cus, Renato Laforgia, che ha lasciato il posto al neoeletto Giuseppe Seccia. «Siete un piccolo raggio di sole in un cielo scuro» commentò a caldo all’indomani della vittoria, mentre oggi, a pochi giorni dal debutto in A, dice: «Auguro a Seccia di riuscire a seguire questa rampante squadra come ho provato a fare io non solo da Presidente, ma soprattutto da tifoso. Questi ragazzi meritano di essere incoraggiati e sostenuti dalla propria città; un modo per far avvicinare anche tanti nostri giovani ad una disciplina meno conosciuta, ma altrettanto avvincente quanto qualsiasi altro sport. Per il resto, le competenze, il talento e, soprattutto, l’impegno dell’intero team ci sono tutti».

Intanto, la Regione Puglia ha dato un contributo di 9 mila euro per il campionato 2015 e la squadra avrà presto un campo per allenarsi. Mancherebbe solo uno sponsor e sarebbe molto gradito, fanno sapere a casa Cus.